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Borse, torna paura tassi: Powell cala il poker

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Borse in difficoltà per via del riaffiorare dei timori legati a un ciclo di rialzo dei tassi sostenuto negli Stati Uniti. Nella sua prima audizione al Congresso, il nuovo presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha parlato di una strategia di irrigidimento di politica monetaria graduale, ma viste le parole molto ottimiste spese sull’economia, i trader iniziano a scontare quattro strette monetarie invece che tre nel 2018. La principale paura è che la Fed metta fine all’era del denaro facile più in fretta del previsto. Le Borse europee scambiano tutte in rosso sulla scia dei cali visti in Asia e a Wall Street. Oggi è anche il grande giorno in cui la Commissione europea presenterà le 120 pagine della bozza del trattato con cui si definirà come avverrà l’addio all’UE da parte del Regno Unito dopo che nel giugno del 2016 il popolo britannico ha votato a favore della Brexit.

Pur sottolineando che nonostante le misure di taglio alle tasse e di investimenti massicci del governo Trump la politica monetaria non cambierà il suo corso, Powell ha inoltre sottolineato che rispetto a dicembre è diventato più ottimista sulle prospettive di economia e che nei prossimi anni anche i salari seguiranno a ruota la crescita dell’inflazione. Anziché compiacersi, i mercati si sono innervositi perché l’hanno interpretato come un segnale di una possibile politica monetaria più aggressiva da parte della Fed per impedire un surriscaldamento eccessivo dell’inflazione. Il Dow Jones ha così perso 300 punti dopo averne guadagnati pressoché altrettanti la seduta precedente.

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