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Borsa Milano, pioggia vendite. Ftse Mib -2,9%. Banche fino a -7%

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MILANO (WSI) – Borsa Milano sotto pressione, con il Ftse Mib che cede -2,87% a 18.702 punti. Hanno pesato in modo particolare le trimestrali di alcune banche. Spread Btp Bund stabile +3,21% sopra 157 punti base e rendimento decennale al 2,35%.

In generale gli investitori sono in trepidante attesa di conoscere le nuove mosse della Federal Reserve Usa in merito ai tassi di interesse e di scoprire se Mario Draghi, numero uno della Bce, riuscirà a varare un piano di quantitative easing che includa anche l’acquisto di titoli di Stato.

Sul versante macro, la produzione inustriale nel blocco a 18 ha rimbalzato solo in parte in settembre dopo il tonfo di agosto, indice che la crescita economica dell’area euro sarà debole anche nel terzo trimestre.

Sul primario, bene l’asta di Bot a 12 mesi, con tassi in lieve rialzo ma domanda elevate. Il Tesoro ha collocato tutti i 6,5 miliardi di euro previsti.

Focus sul settore finanziario, dopo che in due giorni sono stati resi noti i
conti delle principali società del credito italiane. Dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo, è stata la volta di Banca Carige, Banco Popolare e Ubi Banca.

Le autorità di controllo mondiali, poi, hanno multato 5 grandi banche internazionali tra cui UBS, Citigroup, JP Morgan, Royal Bank of Scotlan, per una somma 3,4 miliardi dollari a causa di manipolazione sui mercati.

In più, cinque banche europee fanno fronte a una denuncia da parte dei veterani Usa sul loro presunto coinvolgimento nei fondi trasferiti in Iran, che sono stati utilizzati poi per finanziare le attività terroristiche in Iraq (dove si trovavano i soldati americani).

Sul listino milanese Ftse Mib, male le banche come Mps -6,48%, Bper -6%, BPM -7,2%, in generale le popolari; giù Intesa SanPaolo -3,66%, Unicredit -5,6%, che paga i ricavi inferiori alle anticipazioni. Altri titoli sotto pressione sono Enel -5,86%, Campari -5,73%, Finmeccanica -3,16%, in un listino comunque tinto di rosso.

Balza invece Moncler, +4,1% e FCA +2,19%. In ambito societario, vola Mediaset, fino a oltre +7%, per poi chiudere con oltre +6%.

Ha deluso la trimestrale di Banca Carige. I primi nove mesi si sono chiusi con una perdita netta di 329 milioni, in calo rispetto al rosso di 1,3 miliardi del corrispondente periodo dello scorso anno. Core Tier 1 al 9,4%.

Da parte sua, Ubi ha registrato nei primi 9 mesi dell’anno un utile consolidato per 149,8 milioni di euro, in decisa crescita rispetto ai 101,9 milioni dello stesso periodo del 2013. Titolo -2,70%.

Il titolo Banco Popolare cede il 4% circa, dopo che il gruppo ha registato una perdita pari a 122 milioni nel periodo gennaio-settembre, a fronte di un utile di 165 milioni l’anno prima. A pesare sono stati i maggiori oneri per 67,6 milioni per favorire l’uscita di 330 persone nel 2015, come previsto nell’accordo con le organizzazioni sindacali. L’istituto cerca di porre rimedio varando un piano di ristrutturazione per ridurre i costi, annunciato la riduzione di 112 filiali entro fine esercizio “per eliminare sovrapposizioni e migliorare il posizionamento competitivo riducendo i costi”.
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Dal fronte economico europeo, focus sulle dichiarazioni del Ministro dell’economia tedesco, che ha affermato che gli indicatori mettono in rilievo “almeno” una stabilizzazione dell’economia nel corso del terzo trimestre, a seguito del calo -0,1% del Pil nel secondo trimestre dell’anno.

Venerdì si conoscerà la prima stima dell’Ufficio statistico della Germania sul prodotto interno lordo del terzo trimestre. Per gli analisti del Wall Street Journal, il trend sarà di un aumento +0,1%. Sul quarto trimestre, invece, da segnalare che il rapporto del Ministero di novembre parla di un difficile contesto commerciale e di rischi geopolitici, avvisando che non ci si dovrebbe aspettare una ripresa nella dinamica di crescita.

Buon fine di seduta per la borsa di Tokyo, che archivia gli scambi ai massimi degli ultimi sette anni, in scia al calo dello yen, che rafforza le esportazioni e alla buona performance di Wall Street della settimana scorsa. Il Nikkei, favorito anche dalle voci di elezioni anticipate, ha fatto registrare un progresso dello 0,43%, a 17.197,05 punti.

Sul valutario l’euro -0,25% sul dollaro a quota $1,2442; nei confronti dello yen il dollaro -0,26% a JPY 115,47. Euro/yen -0,50% a JPY 143,69.

In particolare la divisa nipponica perde terreno per via delle indiscrezioni circa l’intenzione del primo ministro giapponee Shinzo Abe di posticipare il piano di rialzo dell’Iva. Le parole accomodanti della Bank of England, che non alzerà i tassi prima di autunno 2015, penalizzano la sterlina, che scende -0,5% a $1,583.

Tra gli altri mercati, i futures sul greggio fanno +0,04% a $77,97 al barile. Oro -0,07% a $1.162,20 l’oncia.

(DaC-Lna)