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Borsa Milano in lieve rialzo, BPM +4,5%, MPS va giù

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MILANO (WSI) – Piazza Affari conclude le contrattazioni dell’ultima seduta della settimana all’insegna volatilità con il Ftse Mib che, dopo aver superato la soglia dei 16.200 punti durante i massimi di giornata, con +0,60%, ripiega nel finale, azzerando i guadagni e poi salendo di appena +0,23% a quota 16.153 punti. Nel resto dell’Europa Londra +0,05%, Francoforte +0,48%, Parigi +0,17%, Madrid piatta con -0,02%,

I mercati continuano a temere eventuali mosse della Federal Reserve nella direzione di un rientro dal programma di riacquisto di bond. E non sono certo di buon auspicio le dichiarazioni giunte dal Fondo Monetario Internazionale, che ha messo in evidenza il rallentamento dell’economia degli Stati Uniti, i fattori di rischio che incombono sulla sua ripresa e la possibilità che in Eurozona si ripresentino nuovi stress finanziari; al contempo l’Fmi ha invitato la Fed a iniziare a pensare a una exit strategy dalle sue politiche di quantitative easing, anche se morbida, in modo da non provocare un urto troppo forte. Altra notizia di cruciale importanza, la decisione dell’Fmi di tagliare le stime di crescita degli Stati Uniti relative al 2014.

Tornando a Piazza Affari, Mps prima balza sulla scia di indiscrezioni circa e scivola in territorio negativo. Fiat sotto i riflettori: sembra che la casa automobilistica sia vicina alla firma di un’intesa per ottenere il rifinanziamento di un prestito da 1,95 miliardi dalle banche.

Italia osservata speciale dopo i dati sul debito record, oltre i 2 trilioni di euro.

Ignorato il rimbalzo di quasi il 2% della Borsa giapponese: mercati asiatici ottimisti sulla scia della chiusura positiva di Wall Street. Ma l’indice azionario della regione ha perso mille e cento miliardi di dollari di valore nelle ultime tre settimane.

Ieri la Borsa di Milano ha chiuso sui massimi di seduta, oltrepassando la soglia psicologica dei 16 mila punti. La quota da tenere d’occhio per un’eventuale rottura al ribasso dei livelli di supporto.

La Borsa di Tokyo, dopo il tonfo di ieri (-6,35%), archivia oggi la seduta a +1,94% con l’indice Nikkei che si attesta a 12.686 punti. Ieri l’indice MSCI delle borse della regione ha chiuso ai minimi dal 27 dicembre, erodendo 1,06 trilioni di miliardi di valore nelle ultime tre settimane.

Sullo sfondo, diverse sono le preoccupazioni che attanagliano gli investitori e i rischi che gravano sui mercati: tra questi, focus sui Treasuries, i cui rendimenti sono attesi in deciso rialzo da diversi analisti. Forti timori anche per il destino del Giappone, che il guru di Wall Street Jim Rogers definisce un paese verso la distruzione per colpa delle ricette lanciate dal premier Shinzo Abe, di concerto con la Bank of Japan.

BTP ITALIA – Il differenziale fra Btp decennali e Bund tedeschi in forte calo nonostante i numeri da brivido relativi al debito italiano. Lo spread è in calo -3,58% a 272,62 punti. Rendimento sui BTP a 10 anni -1,63% al 4,28%. Da segnalare lo sfondamento al ribasso dei tassi decennali greci sotto il 10%. I bond scambiano al 9,98% (-24 punti base), dopo la corsa dei rendimenti degli ultimi giorni, provocato tra le altre cose dalle turbolenze politiche interne.

PIAZZA AFFARI – Fiat vira nel finale in rosso con -0,62%. La casa di Torino e’ vicina alla firma di un’intesa per un piano di rifinanziamenti. Spicca tra bancari poco mossi il balzo iniziale di Monte Paschi che però sfuma a metà giornata per consumarsi del tutto; a fine seduta titolo -0,95%. Ieri il Cda ha convocato l’assemblea per l’eliminazione del tetto di voto al 4% per i soci diversi dalla fondazione. Luca Comi di ICBPI cita però anche le indiscrezioni sul possibile raddoppio dell’aumento di capitale da 1 a 2 miliardi “che determinerebbe una forte diluizione ma consentirebbe di fronteggiare con molta più efficacia il problema del rimborso degli onerosi Monti bond”. Altri bancari Bper -2,17%, BPM balza +4,47%, Banco Popolare -2,20%, Ubi Banca -2,51%, Unicredit -0,36%, Intesa SanPaolo +0,53%; tra altri titoli Ansaldo -2,92%, A2A -3%, Autogrill +2,72%, Fondiaria-Sai +3,51%, GTech (Lottomatica) +2,20%. Molto bene Pirelli con +3,12%.

Fuori dal paniere principale. Dopo l’approvazione dei termini definitivi dell’aumento che parte lunedì prossimo, RCS circa il 6%. Il socio azionista e numero uno di Tod’s Diego Della Valle valuta un’azione di responsabilita’.

In ambito valutario, l’euro -0,23% a $1,3343; dollaro/yen -0,70% a JPY 94,69; euro/franco -0,24% a CHF 1,2297.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +1,22% a $97,87 al barile, mentre le quotazioni dell’oro (futures con consegna agosto) +0,67% a $1.386,80 l’oncia.

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L’ANALISI DI MPS CAPITAL MARKETS

Tassi & Congiuntura: in area Euro la sessione odierna si apre con un calo dei tassi decennali in Germania ma più marcatamente in Italia. Ieri prima delle aste italiane era emersa una marcata pressione in vendita sul Btp Future che aveva portato il decennale fino al 4,46%. L’esito positivo delle aste ha però invertito rapidamente l’andamento, riportando il tasso decennale in area 4,25% questa mattina. Di conseguenza è rientrato l’allargamento dello spread che si è riportato questa mattina in prossimità dei 270pb.

Il presidente della Commissione Europea Barroso ha dichiarato che l’Ue, la Bei e le autorità portoghesi si sono accordate su un programma che concede prestiti alle piccole e medie imprese portoghesi. Barroso si è inoltre detto fiducioso che Lisbona riuscirà a fuoriuscire dalla crisi. Allo stesso tempo il Fmi ha affermato che il Portogallo resta vulnerabile agli shock provenienti dagli altri paesi dell’area Euro. Continuano le discussioni sulla possibilità di un taglio del tasso sui depositi della BCE. Il membro della BCE Mersch ha dichiarato che l’Istituto è tecnicamente pronto per un tasso sui depositi negativo, ma la decisione dipenderà dai dati economici. Tuttavia Mersch precisa anche che le conseguenze potrebbero non essere tutte note. Il superamento della linea dello zero potrebbe infatti portare ad azioni che possono essere in conflitto con la politica della BCE.

L’agenzia di rating S&P ha confermato il rating sul debito estero a lungo termine della Spagna a BBB-, con out look negativo. A Roma oggi si terrà un vertice straordinario tra i ministri dell’economia e del lavoro di Italia, Francia, Spagna e Germania per trovare una posizione comune sul tema dell’occupazione in vista del consiglio Ue del 27 giugno. Negli Usa tassi governativi a lungo termine in marcato calo su probabili ricoperture dopo i marcati rialzi delle ultime giornate per il timore di un possibile ridimensionamento del piano di acquisti Fed (tapering). Si avvicina la conferenza stampa di Bernanke del prossimo mercoledì e gli operatori cominciano a verificare se ci sia stato finora uno sbilanciamento eccessivo verso l’ipotesi di tapering.

Di conseguenza, la spinta rialzista sui tassi che era stata impressa inizialmente ieri dai buoni dati macro di metà giornata e dall’ennesima deludente asta (questa volta sul comparto trentennale), è più che rientrata nelle ultime ore di contrattazione riportando il tasso decennale ai minimi degli ultimi 4 giorni. I citati dati macro hanno segnalato un andamento delle vendite al dettaglio di maggio superiori alle attese con richieste di sussidi per la disoccupazione al di sotto del consensus.

Nel frattempo, sintomi di rientro dall’eccessivo sbilanciamento verso l’ipotesi di rallentamento del piano Fed, sono arrivati in modo pressoché corale anche dal recupero di altri comparti obbligazionari tra qui quello emergente e quello corporate high yield. In estrema sintesi, i mercati obbligazionari globali continuano a seguire la fase di andamento parallelo emersa in modo più evidente nelle ultime settimane. Da segnalare l’annuncio di un’ulteriore audizione di Bernanke al congresso il prossimo 17-18 luglio.

Valute: euro in deprezzamento ieri riposizionandosi in prossimità di 1,33 dopo aver sfiorato in mattinata quota 1,34. Il movimento è da collegare in buona misura alla maggiore prudenza da parte degli operatori sull’eccessivo sbilanciamento verso l’ipotesi riduzione piano Fed. Il recupero di importanti asset prevalentemente denominati in dollari come ad esempio i bond del comparto emergente, hanno favorito il recupero del dollaro che questa mattina si attesta poco sopra 1,33 verso euro. Il primo supporto di breve si colloca in area 1,3250.

Yen in recupero dopo la pubblicazione dei verbali dell’incontro BoJ di fine maggio in cui sono emersi diversi riferimenti sulla volatilità emersa sui mercati obbligazionari domestici, fattore alla base delle recenti forti turbolenze sia sul mercato valutario sia su quello azionario. I tassi governativi decennali hanno pertanto seguito un trend calante in giornata, ridimensionando i timori degli operatori e consentendo un deprezzamento dello yen che verso euro si è spinto fino ad area 128. Nel breve la prima resistenza si colloca a 127,15. I marcati deprezzamenti emersi nelle scorse giornate in ambito emergente oltre che con riferimento al dollaro australiano, stanno in parte rientrando, confermando la possibilità di segnali di stabilizzazione, come testimoniato dall’apprezzamento contestuale verso dollaro della rupia indiana, del real brasiliano, della lira turca, del rand sudafricano e del dollaro australiano.

Commodity: chiusura mista per le principali materie prime. Tra i settori in rialzo gli energetici mentre scendono agricoli, preziosi ed industriali. Tra i preziosi l’oro è sceso di oltre 1% dopo che in India si è registrato un forte calo delle importazioni a causa dell’aumento delle tasse che hanno ridotto la domanda per gioielli. Tra gli energetici i principali rialzi sono stati registrati da benzina (+1,8%) e gasolio per riscaldamento (+1,5%), mentre tra gli agricoli soia e mais hanno registrato i cali maggiori.

Azionario: seduta molto volatile quella di ieri per le borse europee che chiudono in territorio tendenzialmente negativo risalendo però dai minimi toccati in apertura. Dopo un inizio di seduta in forte calo, infatti, i listini azionari hanno iniziato una fase di recupero che ha subito un’accelerazione dopo i positivi dati macro Usa. A livello settoriale, le vendite hanno nuovamente interessato principalmente i settori telecomunicazioni e beni di consumo, mentre tra i migliori troviamo le risorse di base e le utilities. Quasi tutti i principali indici hanno chiuso intorno alla parità od in lieve calo, mentre si è mosso in decisa controtendenza il Ftsemib salito di circa lo 0,5% grazie ai rialzi generalizzati all’interno del settore bancario che ha beneficiato del buon esito delle aste governative italiane. Questa mattina i listini hanno aperto in lieve rialzo con ancora i titoli del settore risorse di base a trainare i rialzi.

Negli Usa seduta all’insegna del forte rialzo per i listini azionari che riescono in una sola giornata a recuperare le perdite della prima parte della settimana. Il quadro positivo giunto dai dati macro pubblicati ieri (vendite al dettaglio e sussidi alla disoccupazione) ha riportato un certo ottimismo tra gli operatori che restano comunque in attesa di conoscere dalla riunione della prossima settimana le future mosse della Fed. La positività del mercato si è riflessa ieri in un rialzo di tutti i settori all’interno dell’indice S&P500, in particolare di quello finanziario ed energetico. Forte calo invece per la volatilità, con l’indice Vix che torna in prossimità del 16%. Sul fronte emergente seduta in forte calo ancora per l’indice MSCI EM, tornato sui livelli di luglio dello scorso anno, sulla scia delle vendite sui listini asiatici ed europei. Si sono invece mossi in controtendenza i listini latino-americani spinti dal rimbalzo di oltre il 2% messo a segno dall’indice Bovespa. In mattinata in Asia la seduta si è chiusa con un rialzo di tutti i listini principali guidati dalle borse australiane e nipponica. Si chiude comunque una settimana che ha visto tutti gli indici di quest’area chiudere in negativo con i maggiori cali che hanno interessato i listini cinesi (circa il 5%).

INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI

A2A – La nuova giunta comunale di Brescia quasi certamente chiederà l’eliminazione della dual governance della società (consiglio di amministrazione e consiglio di sorveglianza) o in alternativa uno snellimento dei due consigli. La prossima settimana ci sarà un incontro tra i sindaci di Milano e Brescia per discutere dell’argomento. Inoltre, secondo MF, la società starebbe valutando l’emissione di un bond ibrido.

FIAT – Sergio Marchionne, durante l’assemblea di Confindustria, ha detto che la società non intende chiudere nessuno stabilimento in Italia e che continuerà a credere ed investire nel Paese. L’A.D. ha inoltre garantito il pieno impiego dei lavoratori in 3-4 anni, come previsto nel piano di riorganizzazione degli stabilimenti di Fiat. In merito all’acquisizione di Chrysler Marchionne ha detto che la trattativa per l’acquisto del 41,5% in mano al fondo del sindacato statunitense Uaw prosegue e che non c’è ancora nessun accordo in riferimento al rifinanziamento del debito della controllata Usa.

MEDIASET – Secondo quanto riportato dal Financial Times e da fonti di stampa spagnole sia Telefonica che Newscorp avrebbero espresso ad inizio anno interesse a rilevare da Prisa la quota di maggioranza in Digital Plus. Mediaset Espana detiene un 22% e Tef il restante 22%. Le valutazioni sono di 900 Mln€ per la quota di Prisa (l’intera società è valutata nel range 1,6 – 1,8 Mld€ rispetto ai 2,2 Mld€ pagati da Tef e MS Espana).

RCS – Il Cda della società ha approvato le condizioni finali dell’aumento di capitale da 421 Mln€ circa mediante emissione di massime 323,8 Mln di azioni ordinarie che saranno offerte in opzione agli azionisti al prezzo di 1,235 € nel rapporto di 3 azioni ordinarie per ogni azione già posseduta, per un controvalore massimo pari a circa 400 Mln€.

TELECOM ITALIA – Secondo il Sole24Ore Cassa Depositi e Prestiti dovrebbe nominare un advisor per collocare il 30% della società RETI SPA a investitori finanziari (forse fondi sovrani) , destinata ad investire in infrastrutture in Italia. Tale progetto è visto in correlazione anche allo scorporo della rete Telecom, in cui CDP o RETI spa potrebbero investire.

DUPONT – La più grande azienda Usa nel settore chimico, per valore di mercato, ha tagliato le stime sugli utili del primo semestre a causa delle condizioni meteo avverse in nord America ed Europa che hanno impattato sui ricavi e i costi di alcune delle sue divisioni.

NEWSCORP – Il gruppo di Rupert Murdoch si prepara a separarsi in due entità quotate distinte, una specializzata nello spettacolo, la 21st Century Fox, e l’altra centrata sulle attività editoriali, la nuova News Corporation. L’operazione verrà completata il prossimo 28 giugno, ma il gruppo ha fatto sapere che già dal 19 giugno inizierà la quotazione della nuova News Corporation sul listino Nasdaq di New York.
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