Economia

Blockchain, perché è una tecnologia strategica per i servizi finanziari. Parla Gianturco (Deloitte)

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“Ho conosciuto i bitcoin nel 2013, quando il tesoriere di una banca chiese di comprarli. Allora sembravano un gioco, ma non lo sono”. Così Paolo Gianturco, Business Operations & FinTech Team Leader di Deloitte Consulting (foto sopra), ha esordito alla conferenza organizzata l’11 maggio scorso al Salone del Risparmio di Milano da BNY Mellon e intitolata “Blockchain come tecnologia per la crescita”. Del resto, se prima la blockchain e i criptoasset erano un tema per nerd, ora sono diventati un fattore competitivo di fondamentale importanza strategica per banche e società fintech.

La blockchain come fonte di vantaggio competitivo per i servizi finanziari

Secondo la Global Blockchain Survey 2021 di Deloitte, i digital asset saranno una priorità per l’80% degli intervistati (contro il 55% del 2020) e per il 76% di loro nei prossimi 10 anni saranno un’alternativa alle fiat currency, ossia una valuta nazionale non ancorata al prezzo di una materia prima come oro o argento, ma il cui valore è legato in larga parte alla fiducia nei confronti dell’autorità che la emette, di norma uno Stato o una banca centrale. Il 96% degli intervistati (rispetto all’85% del 2020) afferma che i propri fornitori, clienti e/o concorrenti stanno lavorando a soluzioni blockchain per affrontare le sfide attuali della catena del valore. Inoltre, il 77% dei rispondenti è convinto che la mancata adozione della tecnologia blockchain comporterà la perdita di un potenziale vantaggio competitivo per l’azienda. “La blockchain è una tecnologia strategica, che Deloitte propone ed è anche molto richiesta dai suoi clienti del settore finanziario”, ha chiarito Gianturco.

Perché la blockchain ha rivoluzionato i servizi finanziari

Il Business Operations & FinTech Team Leader di Deloitte ha evidenziato che negli ultimi anni questa tecnologia “ha avuto un impatto importante sul mercato dei servizi finanziari contribuendo, insieme ad altri trend tecnologici (come cloud ed Api), al passaggio del settore da club esclusivo ad ecosistema aperto, in cui gli operatori tradizionali presenti da tempo nel settore (incumbent) collaborano attivamente con le società fintech per portare sul mercato servizi finanziari inclusivi e decentralizzati”. Una collaborazione non scontata: le fintech sono emerse nel 2015 come concorrenti di banche e assicurazioni. “Ma poi hanno capito che dovevano collaborare, perché agli incumbent serve l’innovazione, mentre alle fintech servono grandi marchi per scalare”, ha aggiunto Gianturco.

Gli investitori possono beneficiare di questo cambio di paradigma investendo nelle società che fanno parte di questo nuovo ecosistema, anche attraverso fondi dedicati che monitorano l’evoluzione del mercato. In particolare, la blockchain è alla base di: criptovalute, stablecoin, token, NFT (Non Fungible Token), digital identity, Web3, CBDCs, asset e attributi nel Metaverso, custody. Quest’ultima indica per l’appunto dei sistemi che garantiscano la custodia sicura delle chiavi private per accedere alle criptovalute.

L’importanza della custody

Con la diffusione dei cryptoasset, ossia, diventano sempre più importanti i servizi accessori al loro utilizzo, come ad esempio quelli di trading e custody, ossia la custodia sicura delle chiavi private, che servono a rendere irreversibili le transazioni su criptovalute. La possibilità di fare trading è resa possibile dalle partnership con società come Coinbase o PayPal, che già offrono questo servizio. I servizi di custody  possono essere offerti tramite: una loro esternalizzazione completa a società fintech; la compartecipazione di quest’ultima al processo di custody e firma delle transazioni; una gestione diretta (anche in white label da parte di una società fintech). Si sta inoltre facendo strada un nuovo paradigma, anche a solo scopo di recupero delle chiavi private: l’assegnazione al cliente o a una terza persona di sua fiducia di un ruolo nella custodia delle chiavi e nella firma delle transazioni. Una possibilità particolarmente interessante nel caso di patrimoni rilevanti. “In ogni caso, alla banca resta in capo la responsabilità della custody nei confronti del cliente. È quindi di fondamentale importanza ottenere la sua fiducia”, precisa Gianturco. Che attualmente sta lavorando con Deloitte a progetti su trading, criptovalute e NFT. Secondo il Business Operations & FinTech Team Leader di Deloitte, una delle maggiori sfide del futuro sarà l’e-money o moneta elettronica, ossia una valuta stoccata elettronicamente (e/o magneticamente), emessa da un’emittente di moneta elettronica al ricevimento di fondi dello stesso valore, utilizzata da una persona che desidera effettuare transazioni di pagamento trasferendo la cifra in modo elettronico. “Sul tema e-money, dobbiamo capire se riusciremo a realizzare un sistema più efficiente ed efficace con l’euro digitale”, ha concluso Gianturco.