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Ray Dalio: sul Bitcoin pende il rischio della messa al bando

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Ray Dalio non è mai stato particolarmente entusiasta nei confronti del Bitcoin, anche se negli ultimi tempi aveva riconosciuto alla criptovaluta per eccellenza alcune possibili utilità in portafoglio. In particolare, quella di riserva di valore e di protezione contro l’inflazione. In una più recente intervista, però, il fondatore di Bridgewater Associates ha lanciato un monito alla comunità dei criptoentusiasti: il Bitcoin potrebbe essere messo al bando, reso fuorilegge.

“Negli anni ’30, negli anni della guerra … poiché contanti e obbligazioni erano investimenti pessimi rispetto al resto, c’era un movimento di denaro verso le possibili alternative e poi il governo le ha messe fuori legge”, ha detto Dalio a Yahoo Finance, ed è così che “hanno messo fuorilegge l’oro”. O meglio, il possesso dell’oro da parte dei privati. Il Bitcoin “è una riserva alternativa per la ricchezza. E’ come un contante digitale. E questi sono i vantaggi”, ha affermato Dalio, “quindi penso che sarebbe molto probabile che in un certo insieme di circostanze lo si renderà fuorilegge nel modo in cui l’oro era stato reso fuorilegge“.

 

Bitcoin, la spada di Damocle della regolamentazione

Il rischio della regolamentazione futura sulle criptovalute è da sempre uno dei maggiori deterrenti per il possesso di queste monete nate per i pagamenti peer-to-peer. E’ lo stesso Dalio a citare il caso dell’India come uno dei più emblematici: nel Paese guidato da Narendra Modi, aveva anticipato Reuters, sarà discussa quest’anno una legge per rendere illegale anche il mero possesso di criptovalute.

Secondo Dalio “ogni paese fa tesoro del proprio monopolio sul controllo della domanda e dell’offerta” e pertanto gli Stati non vogliono che altre forme di denaro funzionino o competano [con quello ufficiale], perché le cose possono sfuggire al controllo”.

Si tratta di parole coerenti con i pensieri espressi qualche mese fa dal membro del comitato esecutivo Bce, Fabio Panetta, nello spiegare le ragioni che depongono a favore della creazione di un euro digitale. Fra queste, infatti, non manca il desiderio di offrire un’alternativa “sicura” alle stablecoin, che potrebbero prendere piede come mezzi di pagamento alternativi. L’idea di mettere al bando il Bitcoin non ha mai preso realmente piede in Europa, tuttavia.

Lo scorso gennaio lo stesso Dalio aveva scritto in un post che “il rischio più grande per il Bitcoin sarebbe quello di avere successo, perché se avrà successo, il governo proverà a ucciderlo e hanno molto potere per farcela”.