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Bitcoin, come sfruttare boom criptovalute investendo nell’azionario

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A cura di Matteo Oddi

La febbre delle criptovalute impazza, eppure una fetta ragguardevole di investitori preferisce ancora tenersene alla larga. E la cosa di per sé è tutt’altro che incomprensibile.

Di base quello delle criptovalute è un mercato non regolamentato, altamente volatile e dove i nuovi progetti si susseguono a un ritmo serrato. A ciò si aggiungono diversi fattori esogeni che rappresentano delle minacce pericolose e costanti all’intero ecosistema, come gli attacchi informatici alle piattaforme di scambio che finiscono in furti milionari ai danni dei conti degli utenti oppure i giri di vite programmati da governi e banche centrali.

Nel corso degli anni non sono mancati i player in ambito finanziario che hanno provato a colmare il gap tra le criptovalute e gli investitori più “tradizionalisti” e prudenti. Questo percorso inizia nel 2012, quando il broker Exante lancia il primo fondo in bitcoin al mondo.

“Dopo averlo cominciato a seguire nel 2010-2011, arrivammo alla conclusione che il bitcoin era destinato a sopravvivere”, ricorda il co-fondatore della società, Anatoliy Knyazev. Da allora si sono seguiti strumenti diversi come l’Etn Bitcoin Tracker One sulla borsa svedese, i futures sul bitcoin che hanno debuttato a Chicago grazie a Cboe e CME, e lo svizzero Cryptos Fund, che replica passivamente l’indice delle criptovalute CCI30.

Ma c’è un altro metodo per ottenere esposizione alle criptovalute, pur senza iscriversi su un exchange o darsi al mining. Sto parlando del caro vecchio mercato azionario.

Qui di seguito elencherò un trio di titoli grazie ai quali è possibile sfruttare l’euforia che circonda le tre criptovalute più capitalizzate: Bitcoin, Ethereum e Ripple.

AMD e Nvidia

Advanced Micro Devices (AMD) e Nvidia producono schede grafiche (GPU) utilizzate, tra le varie cose, anche dai miner per estrarre bitcoin e altri token come l’ether di Ethereum. Nell’ultimo anno le azioni delle due società hanno messo a segno un rendimento del 25,97% e del 25,75% rispettivamente (dati di Cnn Money).

Spiega Tom Lee di Fundstrat Global Advisors: “L’estrazione di bitcoin avviene quasi esclusivamente tramite ASIC (chip specializzati). Ma man mano che la blockchain cresce di dimensioni, e così pure il numero delle transazioni, incrementa anche la potenza di calcolo richiesta dal mining e quindi richiede più GPU”.

Questo fenomeno ha avuto ripercussioni positive sulle previsioni effettuate da Morgan Stanley in merito alle vendite e al fatturato di AMD e Nvidia nel primo trimestre 2018.

L’analista della banca Joseph Moore ha rivisto al rialzo le entrate di AMD da 1,42 a 1,43 miliardi di dollari, mentre per Nvidia stima un fatturato di 2,81 miliardi a fronte di un consenso generale intorno ai 2,65 miliardi.

MoneyGram International

L’11 gennaio il servizio di trasferimento di denaro MoneyGram International e Ripple, società di San Francisco specializzata nelle transazioni finanziarie e che strizza l’occhio al settore bancario, hanno annunciato una partnership. Al centro di questa collaborazione ci sarà il token di Ripple, XRP, che verrà utilizzato dalla concorrente di Western Union allo scopo di rendere il flusso dei pagamenti transfrontalieri più veloce ed economico.

Da una parte questo progetto offrirà una vetrina di primo piano per vedere all’opera la criptovaluta e dall’altra rappresenta quantomeno un’opportunità di miglioramento dei propri margini di profitto per MoneyGram, che le cui azioni sono salite del 13% (la migliore performance giornaliera registrata in 10 mesi) alla notizia dell’accordo con Ripple.

Se questi test pilota avranno successo, un nuovo forte impulso rialzista è destinato a spingere verso l’alto le quotazioni di entrambe le parti in causa.