Economia

Bce, in vista primo rialzo tassi dal 2011. Le attese dei mercati e il nostro speciale Bce

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Fari del mercato puntati sulla riunione della Bce, in calendario giovedì 21 luglio 2022. Un meeting fortemente atteso perché l’istituto di Francoforte si prepara a dire addio all’era dei tassi zero e, come largamente anticipato, ad aumentare i tassi di interesse dell’Eurozona per la prima volta dal 2011.

Il centro del dibattito è l’entità di tale aumento. Le previsioni del consensus indicano un ritocco del costo del denaro di 25 punti base, come preannunciato dalla stessa Bce, anche se i più esuberanti propendono per un rialzo più deciso di 50 punti base. Un aumento più significativo consentirebbe di calmierare l’inflazione galoppante, ma avrebbe un effetto doccia fredda sulla crescita che l’Ue non può permettersi. A differenza degli Usa, infatti, la crescita dell’Eurozona tentenna.

Ma non sarà questo l’unico risultato prodotto dalla riunione di politica monetaria, perché al vaglio dei governatori ci sarà anche il nuovo strumento anti-frammentazione, cioè lo scudo anti-spread, per combattere la frammentazione e quindi favorire una corretta ed uniforme trasmissione della politica monetaria nell’ambito dell’area Euro. E di cui l’Italia dovrebbe essere uno dei Paesi beneficiari. Su questo punto la linea dei banchieri di Francoforte non è unanime. La Germania indica che la sua attivazione dovrebbe avere carattere di eccezionalità ed essere collegata a condizionalità stringenti. Un modo come un altro per tutelarsi, specie nel un momento come questo, in cui il governo Draghi è in bilico.

Sempre nella riunione di domani, Bce dovrebbe confermare le discussioni per modificare i requisiti di ammissibilità della TLTRO (Targeted longer-term refinancing operations) III, visto il ritmo accelerato della normalizzazione della politica monetaria.

Le attese degli analisti sulla Bce

Il rialzo dei tassi atteso per domani sarà solo la prima di una serie di strette. Secondo François Rimeu, senior strategist di La Française AM:

“Come preannunciato, la Bce aumenterà i tre tassi d’interesse di riferimento di 25 punti base dopo aver terminato il programma di acquisto di asset (APP) il 1° luglio; non ci aspettiamo che la Bce sorprenda i mercati con una mossa di 50 punti base. A nostro avviso, il tono generale resterà molto da falco, considerando gli ultimi dati sull’inflazione e la pressione al ribasso sul tasso di cambio. Ci aspettiamo inoltre che la presidente Lagarde ribadisca che il ritmo dell’inasprimento delle politiche sarà guidato dall’opzionalità, dalla dipendenza dai dati, dal gradualismo e dalla flessibilità. Confermerà che i tassi di interesse di riferimento della BCE aumenteranno nuovamente a settembre, e che la portata di tale aumento dipenderà dalle prospettive aggiornate sull’inflazione a medio termine”.

Per Gergely Majoros, membro dell’Investment Committee di Carmignac:

La Banca Centrale Europea è bloccata tra l’incudine e il martello e dovrà destreggiarsi tra una forte inflazione, con i dati di giugno più elevati del previsto, e le incertezze all’orizzonte legate alla fornitura di gas dalla Russia. In un contesto potenzialmente recessivo, la Bcedeve tenere a mente il proprio obiettivo: la normalizzazione. Qualora la fragilità economica dell’Europa dovesse portare a un’ulteriore debolezza dell’euro, questa si tradurrebbe in un ulteriore vincolo per la Bce. In uno scenario di questo tipo, la flessibilità e la gestione opportunistica saranno indispensabili per chi investe nei mercati dei tassi. Il meeting di giovedì dovrebbe rappresentare un momento storico, unico nel suo genere. Si prevede che la Bce alzerà i tassi per la prima volta dal 2011, ma il centro del dibattito è l’entità di tale aumento. A nostro avviso, la banca centrale non deciderà di passare dall’attuale -0,5% direttamente allo 0%. Riteniamo che la possibilità di alzare per la prima volta i tassi dello 0,5% dopo 11 mesi sia poco realistica, anche se la situazione attuale giustificherebbe la volontà di uscire del contesto di tassi negativi il prima possibile. Sebbene gli investitori non debbano escludere un incremento dei tassi dello 0,5% nei prossimi meeting, ci aspettiamo che la Bce si accordi per un rialzo iniziale dello 0,25%”.

Come sarà lo scudo anti-spread

Per quanto riguarda invece il cosiddetto “Meccanismo di protezione della trasmissione”, il nuovo programma di acquisto di obbligazioni da parte della Bce, Rimeu si aspetta che questo piano sia illimitato e con condizioni non restrittive.

“A nostro avviso, la Bce potrebbe annunciare un programma illimitato di acquisto di debito sovrano concentrato su obbligazioni con scadenza breve di alcuni Paesi selezionati. Il programma potrebbe comportare alcune condizioni più soft basate sui fondi NextGeneration EU per i paesi interessati, o misure analoghe. La credibilità di questo nuovo strumento sarà fondamentale per l’andamento futuro degli spread periferici. La presidente Lagarde punterà a raggiungere l’unanimità del Consiglio direttivo, il che comporterà inevitabilmente un compromesso. Il nuovo strumento anti-frammentazione sarà probabilmente di natura assistenziale e non un programma di acquisto regolare. Riteniamo che la Bce si accontenterà essenzialmente di uno strumento di tipo OMT (Outright Monetary Transactions) che consentirebbe di intervenire sui mercati del debito sovrano nel caso in cui la Bcedovesse stabilire che il meccanismo di trasmissione della politica monetaria è compromesso, un giudizio probabilmente legato all’andamento “indebito” degli spread dei paesi periferici”.

A proposito dello scudo anti-spread, “la questione importante – hanno spiegato gli esperti di Pimcosarà quale quadro di riferimento la Bce deciderà di utilizzare per esprimere tale giudizio e quali saranno i requisiti di condizionalità. Un rapido ampliamento degli spread non può essere spiegato in modo adeguato dai fondamentali macroeconomici, che tendono a muoversi lentamente. E mentre la velocità delle oscillazioni degli spread potrebbe talvolta fornire una giustificazione meno discutibile per un intervento, un ampliamento più graduale degli spread o movimenti sfavorevoli dovuti a eventi politici interni sono meno semplici da affrontare. Non crediamo che la Bce divulgherà molti dettagli sul proprio processo decisionale e non ci aspettiamo di certo che comunichi i massimali degli spread o le stime del fair value degli spread dei vari Paesi. Anche se la Bce imponesse delle condizioni per gli interventi nell’ambito del nuovo strumento, riteniamo che tale requisito sarà un po’ meno rigido rispetto a quello dell’OMT e potrebbe essere legato a qualche forma di conformità con l’attuale strumento NextGenerationEU (NGEU).

Lo speciale Bce di WSI

Speciale Bce: un approfondimento dedicato all’atteso appuntamento con la riunione Bce che potrebbe segnare una svolta importante sui tassi anche in Europa e fare chiarezza sul nuovo strumento scudo anti-spread dell’istituto di Francoforte.

Seguiremo l’evento in diretta giovedì 21 luglio dalle 14:00 con i commenti a caldo degli ospiti presenti in trasmissione: Gianluca Lobefalo, QW Capital, Angelo Drusiani, Edmond De Rothschild e Filippo Diodovich, IG. Conduce Aleksandra Georgieva.