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Bce, Qe da 20 miliardi: “Ma politica fiscale sarà strumento principale”

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 In basso tutti gli aggiornamenti dalla conferenza del presidente della Bce, Mario Draghi.

L’attesa è stata fra quelle più cariche di dubbi ed interrogativi, ma alla fine la Bce ha realizzato le attese del mercato verso nuovi interventi espansivi, inclusa la ripresa del Qe.

Alla fine, rispetto alle previsioni della vigilia la Bce ha optato per un compromesso:

  • Taglio di 10 punti base al tasso sui depositi (deposit facility rate) al -0,5%
  • Rimane invariato il tasso d’interesse di riferimento  (main refinancing operations) allo 0% così come il marginal lending facility allo 0,25%.
  • Ripartenza del Quantitative easing con 20 miliardi di euro in acquisti aggiuntivi di asset ogni mese, a partire da Novembre. Meno rispetto alle previsioni, attestate a quota 30 miliardi.
  • Sistema di tiering in grado di lenire gli effetti negativi dei tassi negativi sui bilanci delle banche. Questo meccanismo istituisce una soglia al di sotto della quale le riserve di liquidità depositate presso la Bce non subiscono il tasso negativo al -0,50%
  • Le Tltro subiranno un repricing in grado di fornire nuovo incentivo al credito da parte delle banche.

Le previsioni sulla crescita del Pil dell’Eurozona sono state riviste al ribasso, rispettivamente: 1,1% per il 2019, 1,2% per il 2020 e 1,4% per il 2021. Le previsioni sull’indice armonizzato dei prezzi sono state riviste con tassi all’1,2% per 2019, all’1,0% nel 2020 e all’1.5% nel 2021.

 

Fra i momenti più significativi della conferenza una frase molto netta: la “politica fiscale sarà strumento principale” per lo stimolo dell’economia europea e su questo, ha affermato Draghi, “il parere del board è unanime”. Un’affermazione che ha fatto ridacchiare qualcuno in sala, probabilmente poco convinto del fatto che il consenso fra Paesi del Nord e del Sud sia così solido sul punto.

Nelle ultime settimane una ripresa del programma di acquisti di asset (Qe) da parte della Banca centrale europea era stata messa in dubbio da vari esponenti del consiglio direttivo, compresi alcuni membri storicamente non ostili a questo genere di misura come il governatori della Banca di Francia. Un invito alla cautela, poi, è stato espresso sull’ipotesi che si potrebbe procedere ad ulteriori tagli ai tassi. Un appello contenuto in una lettera indirizzata al presidente Mario Draghi dall’Associazione bancaria italiana. Il rischio, secondo l’Abi, è che nuovi provvedimenti sui tassi comprimano ulteriormente gli utili del settore, e che pertanto la Bce dovrebbe attrezzarsi per “mitigare gli effetti negativi sulla redditività”.

Nel frattempo, il presidente Usa Donald Trump ha ribadito, per la seconda volta, che la Bce starebbe intervenendo per deprezzare l’euro sul dollaro. Draghi ha precisato che il tasso di cambio esula dal mandato della Bce.