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Barriere razziali, solo il 3,5% dei consulenti finanziari Usa è di una minoranza

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La mobilitazione seguita all’uccisione di George Floyd da parte di un agente di polizia sta chiedendo giustizia non solo nell’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine. La protesta si sta allargando alle irrisolte barriere di disuguaglianza che permangono all’interno della società americana. Emblematica, per la sua uniformità etnico-razziale, è la professione del consulente finanziario negli Stati Uniti, largamente dominata dai bianchi (in particolare, uomini).

Se nella popolazione statunitense il 32% della popolazione è nera o latina, solo il 3,5% dei consulenti certificati (Cfp) appartiene a tali etnie. E’ quanto sottolinea un recente studio condotto da Flexshares, secondo il quale cercare coscientemente una maggiore eterogeneità “offre numerosi benefici per il recruiting, la fidelizzazione e la cultura aziendale”. Discorso che vale anche per quanto riguarda la parità fra uomini e donne: nel settore dell’advisory solo il 14% dei professionisti è di sesso femminile.

Interessante notare come la ricerca di una “prossimità razziale” caratterizzi gli stessi clienti: il 98% dei clienti bianchi si rapporta con consulenti bianchi, il 75% dei clienti asiatici con consulenti asiatici e poco più del 62% dei clienti né bianchi né asiatici lavora con consulenti che non appartengono a quei due gruppi razziali.
Questo dovrebbe spingere le società di advisory a integrare sempre di più nei propri team consulenti appartenenti a un ventaglio più variegato di gruppi etnici, visto il crescente melting pot etnico che sta caratterizzando gli Stati Uniti (e non solo). Se una maggiore diversità non è stata raggiunta finora è anche perché il 61% degli advisor assume i colleghi estraendoli dalla propria rete personale di contatti, il che favorisce una certa omogeneizzazione anche di tipo razziale.

I benefici di una selezione più ampia, tuttavia, sarebbero numerosi: ad esempio, la diversità potrebbe contribuire a team più efficaci, secondo quanto afferma il 72% degli investitori. Inoltre, il 43% degli investitori fino ai 40 anni di età ha affermato che la diversità etnica è fattore importante per i team finanziari.