Società

Bancomat, a chi (non) conviene la revisione dei costi al vaglio dell’Antirust

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Entro la fine dell’anno l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) dovrà pronunciarsi su una revisione dei costi presentata da Bancomat Spa, appoggiata dalle grandi banche e “contestata” da quelle piccole.

Come sintetizzato dalla stessa Antitrust “tra le novità più importanti si registrano l’abolizione della commissione interbancaria e il pagamento della commissione applicata al prelievo [al consumatore] direttamente all’istituto di credito dove è collocato l’Atm”.

Le conseguenze di questa revisione sarebbero rilevanti sia per le banche sia per i consumatori.

Oggi i prelievi Bancomat vengono remunerati mediante una commissione interbancaria di 0,49 centesimi: a ricevere tale somma è la banca proprietaria dell’Atm e pagarla è la banca che ha emesso la carta. Quest’ultima, a sua discrezione, può infine applicare una sua tariffa al consumatore per rientrare dai costi sostenuti. Oggi varie banche online decidono di sobbarcarsi i costi dei prelievi per garantire un servizio più allettante per i clienti (che possono ritirare a buon mercato presso qualsiasi Atm). Se la revisione venisse approvata dall’Agcm, sarebbe la banca proprietaria del Bancomat, al contrario, a decidere quanto far pagare il prelievo, con logiche presumibilmente favorevoli alle sue strategie commerciali.

E’ facile immaginare che le tariffe, come in parte già è, sarebbero più vantaggiose per i clienti della banca presso la quale si sta prelevando. Di conseguenza, per i clienti di piccole banche poco radicate sul territorio (od online), i prelievi da Bancomat potrebbero diventare più costosi. Impossibile dire di quanto in modo preciso, visto che ciascuna banca proprietaria di Atm applicherebbe le sue tariffe. Non c’è da stupirsi, dunque, se ad aver fatto ricorso all’Antitrust sono state soprattutto le piccole banche, che, con questa revisione, potrebbero perdere clientela in favore delle concorrenti più grandi e più fornite di filiali e Atm.

In conclusione, l’eventuale revisione colpirebbe meno i clienti dei grandi istituti e, al tempo stesso, potrebbe rendere assai meno convenienti le alternative online o le piccole banche – a meno di non abbracciare in toto il pagamento elettronico.