Economia

Banche: verso uno stop ai dividendi per tutto il 2020

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Si smorzano le speranze degli investitori delle banche di rivedere le cedole nel quarto trimestre del 2020.

La Bce, secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, appare orientata a chiedere agli istituti di credito dell’eurozona di sospendere il pagamento dei dividendi per tutto l’anno, e non solo  fino a ottobre, come deciso in piena epidemia in corso.

Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, diversi membri del consiglio di sorveglianza della Bce non ritengono che vi sia ancora sufficiente chiarezza sulla traiettoria dell’economia per giustificare un ritorno alla distribuzione dei dividendi da parte degli istituti di credito. Nessuna decisione è stata tuttavia ancora presa e la questione dovrebbe essere discussa nel corso delle prossime settimane

La notizia, se confermata, non farà piacere non solo agli investitori anche alle stesse banche. Diversi istituti europei auspicano una ripresa del pagamento dei dividendi anche per rafforzare la performance di borsa dei loro titoli.

Sempre secondo Bloomberg, le autorità di controllo nazionali potrebbero permettere alle banche più piccole non soggette a supervisione diretta da parte della Bce di pagare i dividendi ed è possibile anche che le banche paghino i dividendi in azioni anziché in contanti per conservare capitale.

In caso di prolungamento del divieto a staccare cedole, la Bce si allineerebbe all’Esrb, il Comitato europeo per il rischio sistemico guidato da Christine Lagarde, che circa un mese fa ha chiesto di fermare i dividendi almeno fino a gennaio.

Per gli intermediari italiani si tratta di un tesoretto di una decina di miliardi di euro circa, che non potrà essere distribuito agli azionisti.

Lo scorso anno le otto maggiori banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Ubi Banca, Mps, Bper Banca, Credem e Creval) hanno distribuito circa 5,7 miliardi di dividendi.

Con la pandemia di coronavirus le cose sono cambiate, come avevano capito fin dall’inizio gli analisti di Equita Sim che già a fine marzo dichiaravano:

“Secondo noi non si tratta di una sospensione, ma di una cancellazione tout court che rende quasi impossibile pagare nel 2020”.