Economia

Banche italiane seguono raccomandazione BCE, dividendi posticipati almeno fino a ottobre

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Le banche italiane seguono le raccomandazioni della BCE e posticipano la distribuzione dei dividendi almeno fino a ottobre 2020. Questo allo scopo di indirizzare tutta la potenza di fuoco del sistema del credito verso l’economia reale, messa al tappeto dall’epidemia di coronavirus, e proteggere liquidità e capitale degli istituti.

Una misura che vale 30 miliardi e che può rappresentare una leva in termini di prestiti da 450 miliardi di euro. Sempre in questa direzione le banche dovrebbero anche trattenersi da programmi di buyback aventi come obiettivo la remunerazione degli azionisti.

Unicredit, Banca Mediolanum e Banca Generali hanno già annunciato nelle ultime ore il rinvio della cedola. La decisone di Intesa Sanpaolo è attesa per domani: quest’anno prevedeva un payout dell’80%.  Pesanti le ripercussioni in Borsa con tutti i titoli bancari che hanno aperto le contrattazioni in profondo rosso.

“Quella della Bce – secondo Equita – è una mossa senza precedenti e anche se ‘in parte scontata (tutti i titoli avevano un dividend yield maggiore del 7%), è negativa perché le banche (e quindi gli azionisti) subiscono la decisione a differenza delle altre società in cui il cda ha deciso di non pagare e si applica a tutte le banche senza tener conto di elementi specifici di ogni azienda’.

Inoltre “conferma la gravità della situazione, perché mai un regolatore si era spinto a chiedere di cancellare i dividendi’: inoltre Equita si spinge a dire che ‘non si tratta di una sospensione dei dividendi ma di una cancellazione tout court che rende quasi impossibile pagare nel 2020: gli utili verranno destinati a riserve e, se venisse eliminato lo stop alla distribuzione, le banche dovrebbero chiedere autorizzazione per distribuirle con ridotte probabilità di successo”

E l’anno prossimo? Secondo Equita nel 2021 la distribuzione di dividendi dipenderà dalla capacità di generare utile sul 2020: ‘Intesa Sanpaolo grazie ad una redditività  superiore oltre che ai 910 milioni di plusvalenza su Nexi, Mediobanca e Credem sono le banche in grado di ripristinare piu’ rapidamente la dividend policy’.

Unicredit

Indicazioni della BCE sono state prese alla lettera da Unicredit che, oltre ad allinearsi alla raccomandazione  sulle cedole, cerca allo stesso tempo di non far mancare alle fondazioni azioniste le risorse necessarie per le erogazioni, offrendo finanziamenti senza interessi di importo pari alla cedola mancata.

Con due comunicati pubblicati in successione nella tarda serata di ieri, l’istituto guidato dall’a.d. Jean Pierre Mustier ha reso noto in primo luogo che il cda, riunito in seduta straordinaria, ‘ha deliberato di ritirare – senza modificare l’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti convocata per il 9 aprile 2020 – le proposte di deliberare la distribuzione di un dividendo per l’esercizio 2019 di 0,63 euro per azione’ e ‘l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie fino a 467 milioni di euro’.

La decisione, sottolinea l’istituto, ‘è stata presa a seguito della raccomandazione della Bce del 27 marzo 2020 di non pagare dividendi almeno fino al mese di ottobre 2020′ per potersi impegnare al massimo nel sostengo all’economia colpita dallo shock dovuto alla pandemia di coronavirus. Allo stesso tempo UniCredit, ‘con l’obiettivo di sostenere le Fondazioni azioniste a continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale sui territori in cui operano’, ha deciso ‘di offrire loro finanziamenti senza interessi fino a un valore pari all’ammontare dei dividendi’.

“In questa situazione senza precedenti è più importante che mai supportare le Fondazioni bancarie nostre azioniste aiutandole a garantire la continuità del loro straordinario impegno a favore delle comunità e dei territori in cui operano – ha commentato Mustier – Per questo motivo abbiamo deciso di offrire finanziamenti dedicati senza interessi alle nostre Fondazioni che sono all’origine del nostro gruppo”.

Generali

Anche Banca Generali ha rinviato la distribuzione del dividendo 2019 per il Covid-19.

“In riferimento alle raccomandazioni di Banca d’Italia e a quelle della Bce del 27 marzo – spiega una nota della società – la banca ha deciso di attenersi responsabilmente a quanto indicato dagli stessi organi di vigilanza, rinviando dunque, per il momento, la proposta di distribuzione del dividendo a valere sugli utili 2019. Tali misure, predisposte dalle authority, sono finalizzate al rafforzamento del sistema creditizio a favore di imprese e famiglie”.

Banca Generali, si aggiunge, è fiduciosa – non appena ricorreranno le condizioni, passato il momento di emergenza e come previsto dalla stessa Banca d’Italia – di poter dare esecuzione alla proposta di distribuzione del dividendo ponendo in essere tutti gli adempimenti necessari. L’istituto ritiene infatti che la proposta di distribuzione del dividendo sugli utili 2019 “abbia una forte giustificazione sulla base” di vari elementi.

Tra essi ci sono “la solidità della situazione patrimoniale e di liquidità anche a fronte di un’analisi di stress in scenari di crisi”; “la natura e peculiarità del proprio modello di business”; “la volontà di rispondere agli interessi dei diversi stakeholder in un contesto di mercato già molto volatile”; e “il positivo andamento commerciale, seppur caratterizzato da un mix di prodotto più conservativo rispetto ai mesi precedenti, nel corso del mese di marzo e dunque nel periodo di emergenza Covid19″.

Mediolanum

Stessa musica per Banca Mediolanum, che, “ha deciso di attenersi responsabilmente alle indicazioni delle autorità di vigilanza, rinviando la distribuzione dei dividendi a valere sugli utili 2019 almeno fino al primo ottobre 2020”. E’ quanto riferisce una nota.

Banca Mediolanum “è fiduciosa, tuttavia, di poter dar seguito alla proposta di distribuzione dei dividendi non appena le condizioni lo consentano” poiché ritiene che anche nell’attuale contesto economico finanziario, “la propria proposta di distribuzione dei dividendi sia giustificata sulla base di un esame dei possibili impatti futuri sulla situazione patrimoniale e di liquidita’ della banca, che si confermano solide anche in scenari di stress; della forza del proprio modello di business che ha mostrato, proprio nei periodi di crisi, la capacità di generare valore per gli stakeholder; e della limitata esposizione al rischio della propria attività creditizia”.