Economia

Banche, nel decreto non ci sono rimborsi per i truffati

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Che fine hanno fatto le norme sui criteri che dovranno essere seguiti per rimborsare chi, puntando sulle azioni e obbligazioni subordinate delle quattro banche salvate dal crac (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara), hanno visto dissolversi i risparmi di una vita? Nel maxi decreto varato dal Consiglio dei Ministri, dopo una riunione fiume durata tre ore, non ce n’è traccia.

Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi:

“Per i rimborsi alle persone che verranno riconosciute come truffate dall’arbitrato non c’è bisogno di un decreto legge, si tratta di aspettare il dpcm e il decreto ministeriale che sono sostanzialmente pronti e saranno presentati nei prossimi giorni”. Di fatto, “abbiamo avuto l’ipotesi di poter modificare la Legge di Stabilità con decreto legge ma ci sembrava una ipotesi arzigogolata. Non c’è stato nessuno slittamento o rinvio ma la scelta di non modificare leggi che sono già attive”.

La versione ufficiale afferma che l’obiettivo è quello di “velocizzare l’iter”, perché il decreto ministeriale non ha bisogno della successiva conversione in legge.

Ma immediata è la reazione del presidente del Codacons, Carlo Rienzi:

“Il governo Renzi fa ancora una volta una pessima figura e rimanda alle calende greche i sacrosanti risarcimenti che spettano ai risparmiatori danneggiati dal salvataggio delle 4 banche. Una scelta assurda e offensiva che dimostra come l’esecutivo navighi ancora in alto mare in materia di risparmio e sia incapace di prendere decisioni urgenti per dare risposte a migliaia di investitori che hanno perso i propri soldi”. I risparmiatori, dunque, “sono doppiamente beffati: prima hanno perso tutti i propri risparmi a seguito della decisione del Governo, ora sempre per colpa del Governo vedono rimandata chissà a quando la possibilità di ottenere indennizzi”.

Ma Renzi stanotte ha insistito:

“Non c’è stato nessuno slittamento o rinvio, si tratta di non modificare leggi già approvate”.

Â