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Banche: 2019 horribilis per l’occupazione, in fumo circa 78 mila posti

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2019 horribilis per l’occupazione nel settore bancario. Sotto pressione per via del rallentamento dell’economia, dei tassi negativi, ma anche  causa delle nuove sfide del digitale, le banche di tutto il mondo hanno messo a punto piani di ridimensionamento dei posti di lavoro, come non se ne vedevano da quattro anni.

Secondo i calcoli di Bloomberg, quest’anno, oltre 50 istituti di credito hanno annunciato l’intenzione di posti di lavoro per un totale di 77.780 unità, il livello più alto da 2016 (91.448 del 2015), secondo i documenti presentati dalle società e dai sindacati.

I tagli del 2019 portano il totale degli ultimi sei anni a oltre 425.000. Come spiega Bloomberg, il numero effettivo potrebbe essere probabilmente più elevato perché molte banche riducono il personale senza rivelare i loro piani.

L’ultima in ordine temporale a “mettersi a dieta” è stata l’americana Morgan Stanley, che, a inizi dicembre, ha annunciato tagli per circa 1.500 posti di lavoro. Ma il vero piano choc è arrivato da Deutsche Bank AG, che ha in programma di sbarazzarsi di 18.000 dipendenti entro il 2022 mentre si ritira da gran parte delle sue attività di investment banking. Segue a ruota, anche se a distanza, Unicredit (VEDI GRAFICO)

I tagli non finiscono qui. Bloomberg ha anticipato che le banche probabilmente continueranno ad annunciare ulteriori piani di riduzione del personale il prossimo anno.  A partire  Il gestore patrimoniale svizzero Julius Baer Group Ltd. sta prendendo in considerazione tagli per ridurre i costi a causa dell’aumento della concorrenza e dei margini più stretti. In lizza anche il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria che, secondo indiscrezioni stampa, avrebbe intenzione di tagliare posti di lavoro nel settore delle soluzioni per i suoi clienti.