Economia

Aumento Iva spacca il governo, stangata per 538 euro a famiglia

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L’ipotesi di un aumento dell’Iva a partire dal primo gennaio 2020 spacca in due il governo. Se da una parte il ministro dell’economia Giovanni Tria ha confermato ieri che il rialzo dell’imposta sarà confermato in assenza di misure “alternative”, dall’altra i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a ripetere che non ci sarà nessuna misura del genere.

“Con questo governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, deve essere chiaro – spiega Di Maio -. Finché il M5S sarà al governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, al contrario. l’obiettivo è ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese”. Gli fa eco l’altro vicepremier, Matteo Salvini, che scandice: “L’Iva non aumenterà. Punto. Questo è l’impegno della Lega. Siamo al governo per abbassare le tasse, non per aumentarle come hanno fatto gli altri governi”.

A ogni modo, in serata, dal salotto di Bruno Vespa, Tria ribadisce che “l’obiettivo sarà evitare l’aumento dell’Iva, proseguire la riforma fiscale anche dell’Irpef“, nelle compatibilità degli obiettivi di finanza pubblica del Def.

“Si possono trovare i soldi ma sono allocati, la decisione di dove toglierli e dove metterli è politica” scandisce Tria.

Il dibattito sulle scelte di politica economica del governo viene reso più difficile dalle peggiorate prospettive di crescita del paese con tanto di revisione al ribasso delle stime di crescita passate nel 2019 a 0,2% dal precedente 1%. Una stima “equilibrata” e “coerente”, ha argomentato Tria, osservando che “il governo non ha peccato di ottimismo” e che la revisione è “ampiamente coerente con la situazione generale”, dove pesano diverse variabili esogene.

Debito Italia non è un rischio per l’Europa

E sull’Italia pesa un debito-monstre a quota 132,8% del pil secondo le ultime stime. “Il debito pubblico è un problema da affrontare in modo serio”, “è una sfida e un vincolo” ma, è l’osservazione, “la finanza pubblica italiana non rappresenta un rischio per nessun paese in Europa e nel mondo” e “non abbiamo chiesto mai un euro per la nostra finanza pubblica”.

Infine, non è mancato un chiarimento sul piano di privatizzazioni con i ‘gioielli di famiglia’ che resteranno saldamente nelle mani dello Stato. “Valutiamo di mettere sul mercato parti di quanto detenuto dallo Stato senza mettere in discussione il controllo delle partecipate del settore pubblico, si stanno vedendo le possibilità”, ha garantito il titolare di via XX settembre.

Quanto costerà l’aumento Iva?

Mentre il governo si spacca in due sull’eventuale aumento dell’Iva, iniziano intanto a circolare le prime ipotesi su quanto costerà l’incremento dell’imposta sulle famiglie italiane. Studi recenti parlano di 538 euro per famiglia. 

Il ministero dell’Economia e delle Finanze, intanto, come fa sapere oggi Roberto Petrini su Repubblica, sta cominciando a lavorare sulla modulazione dei possibili aumenti:

Il piano, che coinvolge tecnici che si occupano del dossier ed è oggetto anche dell’attenzione del Tesoro, prevede un intervento sulle aliquote in due direzioni opposte: la maggior parte dei beni di consumo, dove figurano anche i generi di lusso, sarebbe soggetta all’aumento ma al tempo stesso si procederebbe al taglio delle aliquote dell’Iva su servizi e generi di maggiore impatto sulle fasce più povere della popolazione.

Così l’Iva aumenterebbe, come prevede la legislazione vigente, di circa 3 punti (dall’attuale 10 al 13 per cento per l’aliquota ridotta e dall’attuale 22 al 25,2 per l’aliquota ordinaria), sulla grande maggioranza dei prodotti, tra i quali quelli di maggior lusso, che impattano meno sui ceti più deboli. Ma verrebbe tagliata drasticamente sulle bollette e sui beni per la famiglia salvaguardando l’effetto complessivo della manovra sulle famiglie più povere.