Economia

Assicurazioni sulla vita: la nuova sfida sarà far invecchiare bene i propri clienti

I problemi demografici incidono anche sulle assicurazioni sulla vita. Entro il 2040 il settore dovrà trasferire qualcosa come 7,8 trilioni di dollari ai beneficiari: un’operazione per la quale l’intero sistema non sarebbe pronto.

A scattare una fotografia aggiornata e ben documentata sul comparto ci ha pensato Capgemini Research Institute, che ha pubblicato il World Life Insurance Report 2023, attraverso il quale è stato messo in evidenza che le compagnie assicurative stanno attraversando un periodo di transizione senza precedenti. Devono affrontare, infatti, un importante deflusso di asset in gestione (AUM), che costituirà uno dei più importanti trasferimenti di ricchezza intergenerazionale che sia mai avvenuto nella storia.

Oggi come oggi, gli investitori con un’età superiore a 65 anni hanno in mano il 40% degli AUM, che, almeno per le quaranta compagnie assicurative più importanti al mondo, ammontano a qualcosa come 7.800 miliardi di dollari. Stando a quanto messo in evidenza dal report, questi asset potrebbero essere trasferiti ai beneficiari entro il 2040.

Assicurazioni: quanto incide l’età della popolazione

Entro il 2050, almeno il 33% della popolazione mondiale avrà compiuto o superato i 50 anni. A fare questa previsione sono le Nazioni Unite. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, le persone più avanti con l’età non hanno un vero e proprio piano finanziario grazie al quale possano affrontare adeguatamente l’invecchiamento. Il report di Capgemini ha messo in evidenza che almeno il 60% delle persone con più di 65 anni non ha mai fatto ricorso ad un consulto finanziario professionale in modo da prepararsi alla pensione. E nemmeno per riuscire a trasferire adeguatamente il proprio patrimonio.

Nel momento in cui si avvicinano all’età della pensione, la maggior parte delle persone deve farsi carico di una maggiore responsabilità finanziaria per riuscire ad invecchiare bene. A pesare, ultimamente, è il costo della vita, che risulta essere esacerbata dalla congiuntura economica. Ma soprattutto dal continuo calo del sostegno governativo e dall’aumento dei costi legati alla sanità.

Queste situazioni, nella maggior parte dei casi, possono portare ad una maggiore necessità di assicurazioni sulla vita. Ma gli investitori si ritrovano davanti a dei veri e propri ostacoli ad adottare queste soluzioni. Molto spesso chi ha sottoscritto una polizza lamenta la complessità dell’offerta assicurativa vita e la scarsa consapevolezza (39%) tra gli ostacoli maggiori. Da segnalare, inoltre, anche una vera e propria mancanza di fiducia (29%).

Il cambiamento demografico, abbinato al più grande trasferimento di ricchezza che avrà luogo nei prossimi anni, minaccia il settore delle assicurazioni sulla vita, che compete per soddisfare le esigenze di una popolazione che invecchia – spiega Matteo Bonati, Insurance Director Capgemini Italia -. Per accompagnare gli assicurati nell’invecchiare in modo ottimale, gli operatori devono trovare un modo per soddisfare le esigenze in evoluzione dei consumatori creando un’esperienza personalizzata e su misura attraverso una progettazione più innovativa del prodotto. L’ecosistema delle partnership, così come il coinvolgimento di aziende specializzate nei servizi alle persone anziane, possono aiutare gli assicuratori a orchestrare servizi a valore aggiunto e a colmare le loro lacune in aree chiave. Coloro che danno priorità al coinvolgimento sin dall’inizio dei clienti e dei loro beneficiari generano fiducia e salvaguarderanno i loro capitali.

La necessità di intercettare la clientela più benestante

Quali sono le sfide più importanti per il futuro della compagnia che distribuiscono assicurazioni sulla vita? Sicuramente una delle più importanti è quella di riuscire a rimanere rilevanti nel momento in cui si sta attraversando un periodo di grande trasferimento di ricchezza.

Nel tentativo di proteggere i patrimoni in gestione, secondo il report è necessario andare ad intercettare i clienti facoltosi e benestanti, che detengono il 39% della ricchezza globale. Questi soggetti rappresentano il 20% della popolazione che sta invecchiando e hanno la necessità di avere a portata di mano delle soluzioni per farlo bene. Il 75% degli intervistati da Capgemini chiede dei prodotti assicurativi innovativi, ma solo il 27% delle compagnie di assicurazione ha le capacità per riuscire a svilupparli.

Il report, inoltre, ha messo in evidenza che almeno il 44% dei clienti facoltosi che hanno compiuto 50 anni sperano che le compagnie di cui sono clienti siano in grado di fornire dei servizi specifici, che possono passare dalle iniziative legate al benessere, per arrivare fino alle strutture di residenza assistite.

Compagnie di assicurazione: come incentivare la crescita

Quali strade possono intraprendere le compagnie di assicurazioni per proteggere i propri asset? Ma soprattutto come si possono muovere per difendere la propria crescita? Il report Capgemini suggerisce che per affrontare la sfida del futuro le compagnie dovranno passare dall’attuale approccio incentrato sul prodotto ad un nuovo modello, che dovrà essere orientato esclusivamente al cliente. Dovranno essere formulate delle soluzioni complete, attraverso le quali aiutare i clienti ad invecchiare meglio.

Per riuscire a centrare questo obiettivo è necessario apportare una radicale modifica dei valori: dovranno favorire il coinvolgimento degli assicurati e dei beneficiari. Successivamente, questi ultimi potranno essere trasformati in nuovi clienti, mentre i sinistri in opportunità per generare ricavi.

Per effettuare tutto questo, le compagnie assicurative possono raggruppare i dati per avere a disposizione una visione globale di ogni cliente e fornire agli agenti nuovi strumenti digitali potenziati dall’intelligenza artificiale, compresa l’AI generativa, per offrire consulenza iper-personalizzata.