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Alla Fed arriva il dissenso, primo voto contro Yellen

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude contrastata nel giorno della Fed che, come da attese, ha lasciato i tassi di interesse invariati ai minimi storici, ossia al livello dello 0-0,25% fissato nel dicembre 2008. E’ quanto ha deciso il Federal Open Market Committee al termine della sua riunione, iniziata ieri. Nel finale il Dow Jones ha perso lo 0,18% a 16.881 punti, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,46% a 4.463 punti mentre lo S&P 500 resta fermo a 1.970 punti.

Se la Federal Reserve non ha sorpreso al termine della sua riunione, in cui ha lasciato invariato i tassi di interesse e ha optato per un altro “tapering” da 10 miliardi di dollari, la banca centrale americana si e’ messa in mostra cambiando, seppur leggermente, il testo del comunicato relativo alle sue decisioni. Da quel documento e’ scomparso il riferimento a un tasso di disoccupazione “elevato”. Questa volta la Fed ha scritto che “le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate, con il tasso di disoccupazione che continua a scendere”. Quel tasso a giugno era sceso piu’ velocemente delle attese al 6,1%. Venerdi’ arrivera’ il rapporto sull’occupazione del governo americano. Da sottolineare anche il riferimento all’inflazione. In precedenza la Fed scriveva che i prezzi al consumo viaggiavano sotto il target del 2% mentre questa volta si dice che si sono mossi “in qualche modo piu’ vicino” all’obiettivo fissato dalla Fed stessa per garantire la stabilita’ dei prezzi. Inflazione e tasso di disoccupazione sono monitorati speciali perche’ da essi dipende la tempistica con cui la Fed stringera’ la cinghia.

Il messaggio della Banca Centrale Americana in materia di tassi di interessi non cambia. I tassi resteranno fermi ai minimi storici (pari allo 0-0,25%) “per un periodo considerevole” anche dopo la fine del terzo round di quantitative easing, previsto in autunno. La riduzione del ritmo con cui la banca centrale Usa acquista Treasury e bond ipotecari porta il valore mensile di tali acquisti da $35 a $25 miliardi, di cui 15 di titoli di stato e 10 miliardi delle cosiddette mortgage backed securities. Per l’istituto guidato da Janet Yellen, un politica monetaria “altamente accomodante resta appropriata”.

La chair della Fed Yellen ha pero’ ricevuto il suo primo voto negativo da quando e’ in carica. Charles Plosser, il falco presidente della Fed di Philadelphia, ha espresso l’unico voto di dissenso dalla politica monetaria della banca centrale Usa (9 a 1), in quanto considera che l’intenzione della Fed di mantenere i tassi bassi per un considerevole periodo di tempo, dopo che la Fed avra’ terminato di acquistare assets ponendo fine al tapering, “non riflette i considerevoli progressi dell’economia americana”. Cio’ significa che siamo vicini a un periodo di maggiori tensioni all’interno della Banca centrale Usa, nella fase che precedera’ ad un certo punto l’aumento dei tassi di interesse.

Il petrolio ha chiuso in ribasso: il contratto a settembre e’ sceso di 70 centesimi a 100,27 dollari al barile. Nel frattempo, i titoli di Stato americani chiudono negativi con rendimenti in aumento al 2,54% per il titolo decennale, benchmark del settore, e al 3,3% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l’euro cala a 1,3394 dollari, il biglietto verde guadagna terreno a 102,81 yen.

Giornata ricca di spunti sul fronte macro. Fari sul Pil del secondo trimestre: ha segnato un balzo del 4% annuale superiore alle attese.

Intanto il settore privato a luglio ha creato meno posti di lavoro delle stime: 218.000 e non 238.000. Si aspetta il rapporto dell’occupazione di venerdi’, quando sono attesi 230.000 nuovi posti di lavoro: si tratterebbe del sesto mese consecutivo di incrementi sopra quota 200.000.

A livello societario, Twitter vola (+22%) all’indomani dei conti. Il sito di microblogging continua a non generare utili ma nel secondo trimestre ha raddoppiato i ricavi e ha visto crescere la base utenti, complici i mondiali di calcio. Sprint (+1,87%) ha messo a segno utili per azione da un centesimo contro attese per una perdita da un centesimo.

La compagnia telefonica ha subito una perdita di 334mila abbonati ai servizi wireless nel periodo aprile-giugno. Garmin (+2%), il produttore di Gps, ha superato il consensus in termini sia di profitti sia di ricavi. Stessa cosa per Amgen (+5,41%). Il gruppo biotech ha per altro detto che tagliera’ fino al 15% della sua forza lavoro e che chiudera’ certi impianti in una mossa volta a ricollocare risorse. DreamWorks Animation (-13,4%) ha subito una perdita trimestrale piu’ ampia delle stime: lo studio cinematrografico ha riferito che la Sec sta indagando su svalutazioni legate al film “Turbo”, andato male nelle sale. La catena di alberghi Marriott (-0,11%) ha messo a segno utili sopra il consensus ma i ricavi hanno deluso.

Affondano intanto i prezzi dei T-bond a tre anni, spingendo il rendimento sopra l’1% per la prima volta in oltre tre anni. I rendimenti a breve termine, sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, anticipano il primo rialzo dei tassi della banca centrale Usa.

Sul valutario, euro -0,06% a $1,3401.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,40% a $101,33, il prezzo dell’oro -0,05% a quota $1.299 l’oncia.