Società

Alitalia: ennesimo rinvio per le offerte, le condizioni del Mise

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Si allungano ancora i tempi per il rilancio di Alitalia. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha autorizzato una ulteriore proroga per la presentazione dell’offerta vincolante per la nuova Alitalia al 21 novembre 2019, subordinata a due condizioni: intervento diretto dei Commissari e immediato confronto con gli offerenti; una richiesta di aggiornamento quotidiano sullo stato di avanzamento dei lavori.

Un’ulteriore proroga

La decisione della nuova proroga è stata comunicata con  una nota del Mise. La proroga arriva dopo la richiesta espressa dal consorzio degli azionisti per Alitalia guidato da Fs di avere più tempo per decidere, rispetto alla scadenza prevista del 15 ottobre per le offerte vincolanti.

Sullo stato dell’arte è intervenuto anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, che rispondendo al posto di Patuanelli al question time della Camera, ha affermato “L’attuale procedura di cessione” di Alitalia “si sviluppa nell’ambito di ben delineati binari di natura normativa.
Per cui devono essere tenuti particolarmente in considerazione rilevanti profili normativi e regolamentari di emanazione comunitaria”, ha detto D’Incà,  ribadendo che il dossier Alitalia  è sotto la lente della Commissione europea per eventuali aiuti di Stato.

E proprio sugli aiuti di Stato, la manovra in corso di approvazione prevede un nuovo prestito ponte da 350 milioni. La nuova tranche, necessaria per sei mesi per “indilazionabili esigenze gestionali”, porta a 1 miliardo e 250 milioni la liquidità totale versata in quasi due anni e mezzo dalle casse dello Stato nel serbatoio di Alitalia. Nel complesso, il gruppo ha sfondato la quota di 10 miliardi ricevuti dal pubblico.

“Non siamo soddisfatti, anzi siamo ancora più preoccupati, dalla risposta del Ministro per i rapporti con il Parlamento a nome del Governo. Siamo all’ennesima proroga e ulteriori 350/400 milioni di euro di prestito a carico del Bilancio dello Stato. È grave che il Ministero dello Sviluppo Economico confidi ancora in un consorzio strutturalmente inadeguato, dove l’impegno dei soci privati, Delta e Atlantia, è minimale e definito per finalità altre rispetto al rilancio di Alitalia.
Il piano industriale predisposto dal consorzio è, in realtà, un piano biennale di fallimento, nonostante un pesantissimo taglio di occupati, quantificato in circa 2800 persone.
Insistiamo sulla necessità di chiudere l’amministrazione straordinaria e avviare una fase temporanea di gestione pubblica dell’azienda al fine di arrivare a un piano industriale credibile”, ha replicato in Aula a Montecitorio Stefano Fassina.