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Wall Street chiude in rosso, ma febbraio da incorniciare per lo S&P

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NEW YORK (WSI) – Gli indici di Wall Street chiudono la seduta sui minimi di seduta ma Dow Jones e S&P 500 archiviano il migliore mese dall’ottobre 2011. Il rimbalzo segue un gennaio in cui il Dow aveva subito un -3,7%, l’S&P 500 un -3,1% e il Nasdaq un -2,1%. In questo mese l’indice delle 30 blue chip ha guadagnato il 6,1% circa, l’S&P 500 il 5,8% e il Nasdaq il 7,6%.

Nel finale il Dow Jones perde lo 0,45% a 18.133 punti, il Nasdaq lascia sul terreno lo 0,48% a 4.964 punti mentre lo S&P 500 flette dello 0,27% a 2.105 punti.

Intanto i Treasury si preparano ad archiviare il peggiore mese in termini di prezzi dall’estate 2013. Oggi il mercato ha dovuto digerire un’altra serie di dati macroeconomici contrastanti: la seconda lettura del Pil del quarto trimestre 2014 e’ stata rivista al ribasso dal +2,6% al +2,2%. Si tratta comunque di un dato superiore alle previsioni degli analisti che avevano previsto una revisione a +2,1%.

Dal punto di vista macro, l’indice Chicago Pmi e’ sceso in febbraio a 45,8 punti dai 59,4 punti di gennaio. Si tratta del livello piu’ basso degli ultimi cinque anni e mezzo. Il dato e’ nettamente peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un calo modesto a quota 58 punti. L’indice e’ invece tornato sotto quota 50 punti, a segnalare un rallentamento delle attivita’ economiche nel distretto.

La fiducia dei consumatori americani misurata dall’Università del Michigan e’ scesa in febbraio a 95,4 punti dai 98,1 di fine gennaio ma e’ comunque risultata superiore alle attese degli analisti che erano per una flessione a quota 94 punti. La fiducia dei consumatori ha risentito positivamente nel corso degli ultimi mesi del forte ribasso dei prezzi del greggio che ha permesso al costo della benzina di tornare attorno alla quota storica di 1 dollaro al gallone e ha favorito un aumento dell’occupazione.

A febbraio “Il mercato è stato molto rialzista, scommettendo sull’impatto che i prezzi energetici e il QE in Europa avranno sulla crescita; dunque, i fattori negativi di breve periodo sono stati volutamente ignorati – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Steen Jakobsen, responsabile investimenti presso Saxo Bank, a Copenhagen – Il momentum degli utili però preoccupa, dal momento che alla fine lo S&P dipende più dai profitti societari che dalla crescita”.

E il tasto dolente è proprio questo, dal momento che, per il trimesttre corrente, gli analisti prevedono che gli utili delle società scambiate sullo S&P 500 scenderanno -4,5%, dopo essere saliti +4,3% negli ultimi tre mesi del 2014.

La stagione degli utili -relativa appunto all’ultimo trimestre dello scorso anno – è in dirittura d’arrivo. Del 96% delle società quotate sullo S&P che hanno comunicato i risultati di bilancio, il 74% ha battuto le stime sugli utili e il 57% quelle sulle vendite.

A livello societario JC Penney -11% in premercato dopo aver comunicato un outlook su base annua peggiore delle attese. Gap +2,9% per utili migliori delle stime. Balzo di Monster Beverage, dopo aver esteso il patto di distribuzione con Coca Cola.

Sul valutario, l’euro +0,24% a $1,1223. Dollaro/yen -0,08% a JPY 119,31. Euro/franco svizzero -0,24% a CHF 1,0638. Euro/yen +0,16% a JPY 133,87.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa +1,64% a $48,96; Brent +1,43% a $60,91. Oro -0,13% a $1.208,50. Argento -0,69% a $16,51.