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Renzi “frenetico immobilismo Ue”. In Italia “psicodramma deficit”

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Matteo Renzi torna ad attaccare l’Unione europea. La si potrebbe chiamare la versione populista di Renzi, che si accentua man mano che l’appuntamento con il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre si fa più vicino.

Intanto, a Renzi non è andata proprio giù la riunione che si è tenuta a Bratislava (dove tra l’altro è stato palesemente ignorato dal presidente francese Francois Hollande e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che hanno tenuto anche una conferenza stampa senza invitarlo). E’ una cosa che il premier non dimentica, in occasione del discorso che proferisce alla Camera a una settimana dal Consiglio Europeo.

L’accusa all’Unione europea è quella di “frenetico immobilismo”, frase del filosofo tedesco Jurgen Habermas che Renzi cita.

“Dopo una serie di appuntamenti” tra cui Ventotene, “pensavamo di arrivare al vertice di Bratislava con un importante e ambizioso programma”. Ma “abbiamo dovuto constatare come questo ‘frenetico immobilismo’ portasse a niente: un documento banale, un elenco di buone promesse, non all’altezza della sfida lanciata dall’uscita della Gran Bretagna”.

A tal proposito, non manca l’avvertimento sulla gestione della Brexit, la cui discussione “non può tenere ferme le istituzioni europee per un altro anno, dopo un anno in cui abbiamo discusso prima di una piattaforma soddisfacente per non far uscire la Gran Bretagna dalla Ue, poi degli esiti di quella uscita. Se il dibattito europeo fosse solo sulle procedure dell’Articolo 50, ulteriore tempo sarebbe buttato via in un momento in cui non abbiamo tempo da perdere“. L’Europa ha subito “un duro choc con la decisione dei cittadini britannici, e contemporaneamente è ancora senza un quadro politico di certezze per il futuro”.

L’Ue, secondo il premier, deve iniziare a immaginare un “percorso inedito” e il summit di Roma del marzo 2017 sarà uno “spartiacque cruciale, decisivo” per l’Unione.

“L’unico punto positivo è aver fissato Roma 2017 come data ultima di questo percorso. 60 anni dopo la firma dei trattati istitutivi, i 27 paesi si riuniranno nella città eterna e proveranno a immaginare il futuro. E’ un appuntamento di grande rilievo per chi, come noi, crede che l’Ue si debba declinare a futuro e per chi la vuole contestare. Sarà uno spartiacque cruciale, decisivo”.

Insomma, l’Italia lavora per il “rilancio dell’Ue, oggi profondamente minata da discussioni di piccolo cabotaggio”. “Solo volando in alto si potrà apprezzare la bellezza dell’Europa”. E, ancora, l’Italia ha un “atteggiamento di stimolo e di determinata presenza, di ingombrante presenza nelle discussioni”.

Sui rapporti con Bruxelles:

“Solo in Italia le valutazioni dell’Ue occupano pagine intere di giornali mentre altri Paesi sono più abituati ad accogliere i suggerimenti senza che si crei uno psicodramma nazionale“. E comunque l’Italia è il “paese con la rotta di discesa del deficit più significativa e rispetto ad altri Paesi ha un deficit inferiore alla metà. Ogni riferimento alla Spagna è puramente voluto”.

Sul tema migranti, Renzi è fermo:

“è necessario che l’Italia sia promotrice di una posizione durissima verso quei Paesi che hanno ricevuto molti denari per la comune appartenenza e per il rilancio dei loro territori e che in questa fase si stanno smarcando dai propri impegni assunti di ricollocazione degli immigrati. Dire che a uguali diritti corrispondono eguali obblighi è decisivo in questa fase. Se qualcuno si impegna a ricollocare fratelli e sorelle migranti è altrettanto evidente che il bilancio 2020 dovrà fare chiaramente riferimento a chi dice sì e a chi dice no rispetto alla ricollocazione”.