Economia

Oro ancora in rally ma fuga degli investitori è dietro l’angolo

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Continua la corsa dell’oro che scambia sui massimi da un anno, vicino ai 1340 dollari l’oncia. Ma cosa ha spinto negli ultimi tempi gli investitori verso il lingotto?

L’interesse si è riacceso soprattutto per l’allarme geopolitico causato dalla questione nordcoreana e ai suoi test nucleari che hanno finito per indebolire il dollaro che a sua volta ha risentito anche della cautela espressa dalla Fed e dalle incertezze sulla politica statunitense.

Come si chiede Il Sole 24 ore, la crisi della domanda di oro è quindi finita? A rispondere gli analisti in primis Ross Norman, ceo di Sharps Pixley che fa notare:

“Sulla carta l’oro non è mai stato così in forma. Il problema è la parola “carta”. La domanda fisica è debole, mentre stiamo osservando acquisti senza precedenti sui mercati dei futures. Acquisti di carta – osserva Norman – pari al doppio dell’oro che ci aspettiamo che le banche centrali acquisteranno quest’anno. Intanto le importazioni cinesi e indiane sono circa il 20% sotto i livelli di poco tempo fa. Conclusione? L’oro ha corso troppo, i rally non reggono senza il supporto del mercato reale”.

Che la corsa dell’oro si fermerà lo dice anche un altro analista di Morningstar, tale Kristoffer Inton, secondo cui le attuali quotazioni del lingotto ripiegheranno entro la fine dell’anno a 1150 dollari l’oncia.  La principale preoccupazione  è che si ripeta quello che è successo nel 2013 con la salita dei tassi di interesse reali che incitò gli investitori a liquidare un quarto degli Etf sull’oro, provocando la caduta di prezzo di 300 dollari l’oncia, circa il 25%.

“La fuga degli investitori può arrivare all’improvviso, mentre una piena ripresa delle vendite in gioielleria richiederà tempo”.