Economia

Escalation guerra dazi: Canada e Ue rispondono a Trump

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La decisione di Donald Trump di imporre dazi commerciali sulle importazioni di acciaio e alluminio anche a Canada e Messico ha scatenato polemiche e reazioni dei diretti interessati. Che hanno già annunciato le prime contromisure.

A partire dal Canada. In una conferenza stampa congiunta del Primo Ministro canadese, Justin Trudeau, e del Ministro degli Esteri, Chrystia Freeland, si è parlato di contromisure. “Voglio essere chiaro: questi dazi sono totalmente inaccettabili”, ha esordito il premier. I dazi che il Canada imporrà agli Stati Uniti su acciaio, alluminio e altri prodotti saranno introdotti a partire dal primo luglio.

“Si tratta di una rappresaglia del valore di 16,6 miliardi di dollari”, ha spiegato Freeland. “Questa è la più forte azione commerciale che il Canada ha intrapreso nell’era postbellica”.

Non si è fatta aspettare neanche la reazione messicana, con il segretario del Ministero dell’Economia, Ildefonso Guajardo, che in visita a Parigi ha dichiarato:

“Prenderemo misure equivalenti a quelle statunitensi, sul piano commerciale”.

Mentre si attende la risposta dell’Ue, il Fondo monetario internazionale è tornato a ripetere che “tutti perdono in una guerra commerciale protratta”, motivo per cui incoraggia i Paesi “a lavorare insieme in modo costruttivo per ridurre le barriere commerciali e per risolvere disaccordi commerciali senza ricorrere a misure eccezionali”.

Gerry Rice, il portavoce del Fondo, ha aggiunto che:

“per la prima volta in tanto tempo, il commercio sta crescendo più velocemente del Pil globale e la ripresa è generalizzata. Per via del commercio e dell’innovzione, miliardi di persone oggi godono di vite piu’ lunghe, più salutari e più prospere”.

Rice ha citato un tweet in cui ieri il direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, ha scritto dal G7 finanziario a Whistler, in Canada:

“Alla fine, se il commercio subisce un forte scossone, se il livello di fiducia tra gli attori economici è danneggiato gravemente, quelli che soffriranno di più sono i più poveri”.

Federacciai: danno gravissimo in caso di ritorsioni

Intanto Antonio Gozzi, presidente Federacciai, ha avvertito che ritorsioni europee contro i dazi Usa sarebbero controproducenti e lancia un appello alle autorità di Bruxelles e all’Italia, settimana economia al mondo, per trattare.

“Noi siamo assolutamente contrari a misure che colpiscano i marchi americani, come Levis, Harley-Davidson e Bourbon. Perché a loro volta gli Usa risponderebbero con altri dazi. Sarebbe un danno gravissimo”, dice al quotidiano La Stampa.

“Occorre dunque discutere con gli americani, farli ragionare e trovare delle soluzioni accettabili, senza farne una questione di principio o di lesa maestà. C’è un saldo rapporto atlantico che va preservato, è troppo importante non solo per la geopolitica ma anche per l’economia. Non fa piacere discutere con la pistola dei dazi sul tavolo, ma bisogna continuare a farlo”.

L’Italia è un grande paese esportatore: su 550 miliardi di export dello scorso anno, 450 erano dal manifatturiero dove la gran parte delle esportazioni è rappresentata da meccanica e trasformazione di metallo, come ricorda Gozzi. “Quindi è vero che per l’Italia una guerra commerciale sarebbe terribile”.

“Sull’Europa però voglio ricordare che c’è una differenza tra quello che si dice in una negoziazione e ciò che poi si fa. L’Unione europea per proporre misure di ritorsione deve sentire gli Stati membri e noi spiegheremo al governo che verrà che siamo contrarissimi. Serve una posizione forte, per proteggere gli interessi nazionali. Fino ad oggi l’Europa sulle politiche commerciali è stata più ideologica che pragmatica”.