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Carige: tonfo a Piazza Affari, si teme aumento di capitale

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All’indomani di una giornata costellata da sospensioni e un ribasso finale superiore al 10%, prosegue la discesa del titolo Carige, penalizzato dall’ipotesi che si renda necessario un nuovo aumento di capitale.

Il ribasso del 25 settembre si è attestato al 5,33% a 0,0071 euro (minimo di giornata 0,0070). Il titolo è primo a Piazza Affari in termini di volumi scambiati ed è il settimo peggior titolo, in termini di variazione di prezzo rispetto al giorno precedente, del listino italiano.

Alla base dei timori del mercato ci sarebbe, come messo in evidenza dagli analisti di Equita Sim lo scorso agosto, un Total capital ratio che, con il suo 11,9% si trova 120 punti base al di sotto della soglia di riferimento Bce 13,125%, ai quali corrisponde un valore assoluto di 200 milioni di euro. In area sicura, invece, è il coefficiente patrimoniale Cet1 phased-in pari all’11,9% al 30 giugno 2018 (il minimo regolamentare è al 9,625%).

La banca genovese guidata da Vittorio Malacalza, secondo alcune indiscrezioni pubblicate sul Giornale nei giorni scorsi starebbe prendendo in considerazione l’ipotesi di una fusione con Banca Monte dei Paschi di Siena – una storia che emerge nuovamente, per la verità, visto che tale scenario era stato immaginato già lo scorso gennaio.

La linea ufficiale, però, resta un’altra: di operazioni di M&A non si parla finché non sarà operata una ristrutturazione, hanno dichiarato il nuovo presidente Pietro Modiano e lo stesso Malacalza. Per questa ragione, vista la necessità di nuovi capitali, gli investitori temono un nuovo aumento da almeno 200 milioni di euro, secondo quanto riferito da fonti di mercato a Milano Finanza.