Economia

Banche, tornano rumor su fusione tra Unicredit e SocGen

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Nozze in vista tra Unicredit e SocGen. Ad alimentare le indiscrezioni è Milano Finanza, secondo cui sono in corso i colloqui tra le due banche per studiare l’integrazione o un piano di acquisizione. La banca di piazza Gae Aulenti avrebbe nominato come suo advisor Daniel Bouton consulente senior presso Rothschild ed ex numero uno proprio della banca francese.

Anche l’amministratore delegato di UniCredit Jean Pierre Mustier è un ex manager di Société Générale e già ai tempi della sua nomina nel 2016 si erano accese le speculazioni sulla possibilità che i due istituti si unissero.

A giugno anche il Financial Times aveva paventato la possibilità che Unicredit stesse studiando una fusione con la rivale francese, aggiungendo che la volatilità della situazione politica italiana aveva causato però uno slittamento dei tempi dell’eventuale operazione.

Riecheggiano alla mente le parole proprio del top manager francese Mustier che a inizio agosto, in occasione della diffusione della trimestrale, aveva detto che il piano della banca al 2019 è basato sulla crescita organica ma che il nuovo piano potrebbe considerare anche la crescita esterna:

“L’Europa ha bisogno di banche paneuropee forti e noi intendiamo essere un vincitore paneuropeo”.

Che sia la volta buona? Per ora da Unicredit e Société Générale – contattate da Reuters – le bocche sono cucite. Secondo gli analisti di Banca IMI non si tratta però di una novità.

“Non è la prima volta che si parla di una possibile fusione tra Unicredit e Socgen. Riteniamo che, in una possibile fusione tra pari, le sinergie potrebbero essere generate in diversi settori; d’altro canto, sarebbe la prima fusione transfrontaliera da quando la BCE è diventata l’autorità di regolamentazione comune, aggiungendo all’operazione il rischio di esecuzione. Ci aspettiamo però che Unicredit continui a  concentrarsi sulla realizzazione del suo piano aziendale ‘Transform 2019’ fino al 2019″.

Oggi il titolo è schiacciato in fondo al listino italiano con un calo del -2,37% a 12,656 euro che fa seguito al ribasso dell’1,36% archiviato lunedì 27 agosto. Dal punto di vista tecnico, il saldo negativo rischia ora di favorire una evoluzione di breve termine al ribasso. L’ipotesi di nuovi cali troverebbe infatti conferma sotto il minimo registrato di recente a 12,9260 euro.