Economia

Banche italiane: ecco le più solide, a prova di bail-in

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Con i tempi che corrono, in cui piani di bail-in incombono sulle teste di correntisti, obbligazionisti e azionisti di banche un tempo ritenute solide dal punto di vista patrimoniale, Altroconsumo Finanza ha analizzato i bilanci di 329 banche con almeno 10 sportelli e ne ha valutato l’affidabilità assegnando un punteggio da 5 a 1 stella.

L’indagine, condotta per la prima volta nel 2015 e giunta al quarto rilevamento semestrale, è stata fatta sulla base di due indicatori di solidità utilizzati anche dalla Bce: common equity tier 1 (spesso indicato come Cet1) e total capital ratio. Cinque stelle di rating indicano le banche più affidabili, fino a 1 stella. Si sono guadagnate il massimo numero consentito di stelle le banche con parametri più che doppi rispetto ai minimi stabiliti.

Rispetto alla precedente analisi il numero di banche con il giudizio di massima affidabilità resta stabile all’8,5% del campione. Stabile e intorno al 40% anche il peso delle banche con un giudizio di 4 stelle. Il numero delle banche a una stella scende invece dal 5,2% al 4,6% del totale. Le banche che ottengono due stelle sono stabili intorno al 9%. Il giudizio è migliorato per 26 banche ma per alcune la valutazione è peggiorata facendole entrare nel gruppo delle sorvegliate speciali.

Le migliori con più di 400 punti sui 1000 massimi possibili e un rating elevato che indica un basso rischio di bail-in, sono risultate Banca Progetto, l’unica con un punteggio superiore a 900 punti – calcolato prendendo in considerazione il tasso patrimoniale Cet1 ratio e il Total capital ratio, Credito Fondiario (759,45 ma solo quattro stelle su cinque di rating), Aletti e. C Banca di Investimento Mobiliare (571,79 e quattro stelle), la BCC di Napoli (479,17, 4 stelle di rating), la BCC di Turriaco (416,02 punti e 4 Stelle) e la BCC di Laurenzana e Nova Siri (415,71 e 4 stelle).

A ruota seguono istituti sopra i 300 punti: Banca Leonardo (383,55, 4 stelle), Binck Bank (379,76 e 5 stelle), BCC Santeramo (376,19 e 4 stelle), Banco di Sardegna (367 e 4 stelle), Credito cooperativo di Anagni (353,50, 4 stelle), BCC di Triuggio e della Valle del Lambro (351,69 Scopri e 4 stelle), CRA BCC di Battipaglia e Montecorvino Rovella (347,62 Scopri e 4 stelle), Extra Banca (346,43 e 4 stelle), BCC la Riscossa di Regalbuto (336,67 e 4 stelle), BCC di Cassano delle Murge e Tolve (327,62 e 4 stelle), Banco Profilo spa (5 stelle e 312,50 punti), Banca Reale (pure 5 stelle e 305,12 punti), Banca Sviluppo Economico (303,57 e 4 stelle),

Con un punteggio inferiore ai 300 punti ma cinque stelle di rating troviamo tra le altre Intesa SanPaolo (246,19 punti), il gruppo Banca Generali (204,05 punti) Banca Mediolanum (239,29), Pop Emilia (217,36 punti), Banca Sella, Cariparma, Banca Reale, Binck Bank, Finecobank, Banca Malatestiana Credito Cooperativo, Banca Agricolare Popolare di Ragusa, Artigiancassa (251,90), Banca Prossima.

Sono 15 le banche peggiori in termini di affidabilità (rating di 1 stella) e tra queste ce ne sono diverse dell’Emilia Romagna e del Veneto: Banca Carim CR di Rimini, Banca di Forlì Credito Cooperativo, BCC di Marcon e Venezia, Banca Apulia, Banca Nuova, Credito di Romagna, Iccrea BancaImpresa, MPS Capital Services Banca per le Imprese.

UniCredit ha ottenuto solo 2 stelle e un punteggio basso rispetto alla concorrenza (113,74 punti) e anche di MPS (150,24, rating sospeso dal 2016). Tra le altre big con un giudizio comunque buono si segnala Allianz Bank Financial Advisors (162 punti, 4 stelle). Altroconsumo non si è espressa sulle due banche venete Pop Vicenza (95,64 punti) e Veneto Banca perché dopo l’intervento del Fondo Atlante non è possibile stimare la solidità patrimoniale.

Nonostante il recente accordo preliminare con l’Europa, rimane sospeso il giudizio su Monte Paschi di Siena che deve ancora affrontare (con un consistente sacrificio per azionisti e obbligazionisti subordinati) lo scoglio dello smaltimento dei crediti problematici. In sospeso anche il giudizio su Banca Carige, “alla luce delle richieste della Bce che chiedeva un nuovo piano industriale e maggior chiarezza sulla strategia”.

Vincenzo Somma, direttore di Altroconsumo Finanza, ha detto che “smaltire i crediti delle banche venete con un’operazione di cartolarizzazione significherebbe creare nuove perdite che ricadrebbero poi sui risparmiatori. Secondo i conti delle autorità europee manca all’appello 1 miliardo: l’unica speranza è che se ne faccia carico il sistema bancario. Meno probabile è il coinvolgimento di fondo Atlante poiché già impegnato sul fronte Mps. Potrebbe intervenire lo schema volontario del fondo di tutela dei depositi, ma anche su questo fronte non c’è entusiasmo. Volontario più di nome che di fatto, ma potrebbe essere sufficiente per rispettare i paletti europei. Se queste ipotesi non saranno percorribili, la strada del bail-in è tracciata”.