Se i mercati emergenti e gli Stati Uniti sembrano pronti a riprendersi dalle incertezze economiche dello scorso anno, lo stesso non si può invece dire per l’Europa, dove invece persiste una fase di debolezza, che non lascia intravedere nulla di buono all’orizzonte.
La pensa così Axel Weber, presidente della banca d’investimenti svizzera Ubs, che in un’intervista alla CNBC ha spiegato:
“Siamo un po’ scettici sulla capacità dell’Europa di utilizzare gli stimoli fiscali per uscire da questa fase”, ha detto. “Penso che in Europa ci siano alcuni rischi al ribasso e bisogna riconoscerli. Credo che la prospettiva principale sia una sorta di ripresa a L, ovvero stabilizzazione a un livello inferiore, crescita al di sotto del potenziale, ma non recessione. ”
A preoccupare Weber sono soprattutto Italia e Francia, dove “c’è poco spazio per utilizzare la politica fiscale per stimolare l’economia”.
“Questo perché i loro deficit fiscali sono vicini al limite superiore del 3% del PIL che la Banca Centrale Europea consente. Solo la Germania ha spazio per ulteriori misure fiscali, ma Berlino la userà solo per rilanciare l’economia nazionale”, ha concluso il numero uno di UBS.