NEW YORK (WSI0 – Chiusura positiva per la Borsa Usa in una giornata fitta di dati macro. Nel finale, il Dow segna un aumento dello 0,82% a 17.851 punti, lo S&P 500 guadagna lo 0,70% a 2.090 punti mentre il Nasdaq cresce dello 0,70% a 4.894 punti.
Se ieri il catalizzatore era stato un sondaggio pubblicato sul Telegraph, secondo cui il 55% dei britannici che intende votare al referendum il 23 giugno non vuole la Brexit, oggi a dare sostegno sono un accordo tra Grecia e i suoi creditori e la corsa del greggio.
La materia prima, in aumento per il secondo giorno di fila, ha goduto di scorte settimanali Usa calate decisamente piu’ del dovuto anche se si trovano a livelli storicamente alti. I mercati hanno ignorato il fatto che, nel suo fixing giornaliero contro il dollaro, la Cina abbia portato il valore dello yuan sui minimi del 2011.
D’altra parte, il livello deciso e’ stato piu’ basso di quello del giorno precedente di solo lo 0,3%, cosa ben diversa dalla svalutazione dell’1,9% decisa l’11 agosto scorso: quella fu la sforbiciata maggiore da due decenni e innesco’ il panico tra gli investitori di tutto il mondo. Il timore era che l’economia cinese stesse andando peggio del previsto, frenando l’economia mondiale. Secondo gli analisti, la politica dei cambi in Cina e’ stata ordinata e non si aspettano mosse come quella dello scorso anno.
L’indebolimento del renminbi e’ alimentato dalla corsa del dollaro, innescata rispetto a varie valute da una crescente attesa per una stretta estiva della Federal Reserve.
Un rinnovato ottimismo per l’economia americana e la corsa del petrolio fungono da ulteriore sostegno mentre gli investitori continuano a domandarsi se la Federal Reserve alzera’ i tassi nella riunione del 14-15 giugno, ossia prima del referendum del 23 giugno che si terra’ nel Regno Unito sulla cosiddetta Brexit.
Oggi spunti sulla banca centrale americana arriveranno da vari suoi membri. James Bullard, presidente della Fed di St. Louis ha detto che “non c’e’ motivo di dare giudizi affrettati su quello che succedera’ a giugno” anche se potrebbe essere giunto il momento di una stretta.
Per il secondo giorno di fila il petrolio ha chiuso in rialzo. A sostenere le quotazioni oggi e’ stato il dato del dipartimento americano dell’Energia (DoE), secondo cui nella settimana chiusa il 20 maggio scorso le scorte di petrolio in Usa sono calate di oltre 4,2 milioni di barili, piu’ delle attese che erano per una contrazione di 2,5 milioni di barili. Tuttavia il DoE ha fatto notare che il totale resta a livelli storicamente alti.
Non a caso ci sono analisti che avvertono: sebbene dai minimi dello scorso meta’ febbraio il greggio abbia guadagnato l’85%, i prezzi potrebbero tornare a calare non appena riaffiorino timori sull’andamento dell’economia globale. Va detto inoltre che le scorte di benzina sono cresciute di 2,043 milioni di unita’ contro attese per un declino di almeno 1,3 milioni di barili.
Nel finale, il petrolio a luglio al Nymex ha aggiunto l’1,93% a 49,56 dollari al barile, nuovo massimo del 2016. Gia’ ieri aveva chiuso sui massimi dello scorso ottobre.