NEW YORK (WSI) – Chiusura in rialzo per la Borsa Usa con gli investitori dopo che nella minute della Fed, la Banca centrale americana ha spiegato di non aver alzato i tassi di interesse lo scorso settembre, in quanto l’impatto del rallentamento dell’economia mondiale ha reso “opportuno attendere” tempi migliori, complici le preoccupazioni sull’andamento dell’inflazione.
Nel finale, il Dow torna per la prima volta sopra i 17 mila punti (+0,82%), bene anche il Nasdaq (+0,41% a 4.811 punti) e lo S&P 500 (+0,86% a 2.013 punti).
Gli utili del colosso dell’alluminio daranno il la alla stagione delle trimestrali, che potrebbe rivelarsi meno solida della precedente. Il rallentamento dei mercati emergenti si sta facendo sentire anche nella prima economia al mondo e nei risultati delle sue aziende principali.
La striscia vincente degli utili delle banche di Wall Street è destinata a interrompersi. Stando alle stime di Nomura il fatturato proveniente dalle attività di trading è calato del 6,5% nel terzo trimestre, con i ricavi delle divisioni investment-banking che si dovrebbero essere ridotti del 9%.
Le preoccupazioni circa l’evaporazione della liquidità creata artificialmente dalle manovre monetarie straordinarie della banca centrale Usa, una volta che la Fed alzerà i tassi per la prima volta in quasi un decennio, hanno inflitto un duro colpo alla fiducia nei bond ad alto rendimento. La classe di asset è stata la peggiore in settembre. La performance da inizio anno è cosi’ passata in negativo. E’ il caso anche per l’azionario.
L’indice allargato S&P 500 è entrato in una fase di correzione nel mese di agosto. E’ in calo del 3,1% da inizio anno. Il ribasso del Dow Jones è ancora piu’ accentuato:-5,2%.
Attenzione anche alle notizie dal fronte occupazionale americano: le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono calate piu’ delle previsioni: nella settimana al 3 ottobre, sono calate di 13mila unita’ a 263mila, facendo molto meglio delle attese.
I bond junk, da parte loro, hanno reso -2,53% nel 2015 sin qui. Dal 1986, anno in cui è nato l’indice High Yield di Bank of America, solo nel 6,7% dei casi un mese ha visto una prova negativa peggiore di quella vista nel settembre di quest’anno.
Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa +0,17% a $47,89. Brent +0,25% a $51,46 al barile. Oro -0,14% a $1.143,99.
Sul valutario, l’euro +0,61% a $1,1305. Dollaro/yen -0,21% a JPY 119,76. Euro/yen +0,39% a JPY 135,38. Euro/sterlina +0,46% a GBP 0,7370.
(DaC-MT)