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Wall Street su. Fed, ripresa sì ma non troppo

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in rialzo dopo che il Beige Book della Federal Reserve ha confermato una crescita “da modesta a moderata” per gli Stati Uniti d’America. A fine seduta, il Dow Jones guadagna lo 0,65% a 14.931 punti, il Nasdaq cresce dell’1,01% a 3.649 punti e lo S&P 500 avanza dello 0,81% a 1.653 punti. Il petrolio ha chiuso la seduta in calo: il contratto a ottobre ha perso 1,31 dollari, l’1,2%, a 107,23 dollari il barile. Nel frattempo, i titoli di Stato continuano negativi con rendimenti in rialzo al 2,89% per il titolo decennale e al 3,79% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l’euro avanza a 1,3209 dollari e il biglietto verde guadagna terreno contro lo yen a a 99,76.

Gli investitori restano intanto con il fiato sospeso in attesa della decisione del Congresso Usa su un attacco militare contro la Siria da parte degli Stati Uniti.

I leader della Commissione Affari esteri del Senato hanno dichiarato di aver stilato una bozza che autorizzerebbe l’utilizzo limitato delle forze armate in Siria, e hanno stabilito un limite di tempo di 60 giorni per qualsiasi intervento, con una estensione possibile di 30 giorni. La misura sarà ora votata dal Senato il prossimo 9 settembre.

L’intervento sembra più probabile dopo l’intesa che è stata raggiunta ieri al Senato americano. Mohammed El Erian, amministratore delegato di Pimco, fondo obbligazionario numero uno al mondo, avverte tuttavia sull’effetto domino di un conflitto.

Intanto, il Beige Book della Fed, il rapporto periodico sull’andamento delle attività nei principali distretti economici pubblicato ogni sei settimane circa dalla Federal Reserve, ha messo in evidenza come l’economia americana abbia continuato a crescere a un ritmo “tra il modesto e il moderato in luglio e agosto”. Nel rapporto preparato in vista del vertice di politica monetaria del 17 e 18 settembre prossimi, la banca centrale americana ha usato un tono relativamente ottimista facendo notare che le assunzioni in gran parte dei settori sono rimaste “costanti”.

Nello specifico, otto distretti hanno riportato una crescita modesta mentre tre distretti hanno parlato di una espansione moderata. Secondo quanto scrivono i governatori della banca centrale, inoltre i comparti manifatturiero ed edilizio hanno registrato miglioramenti e, fattore molto importante, sono stati registrati segnali di crescita anche per le spese per i consumi che contribuiscono per il 70% all’economia americana. Sul fronte del mercato del lavoro, la Fed rileva che le assunzioni sono rimaste stabili nella maggior parte delle industrie mentre le pressioni per un aumento degli stipendi continuano a rimanere nel complesso modeste. Rimangono ancora sottotono le pressioni al rialzo per quanto riguarda i prezzi, a conferma di come l’inflazione continui a procedere a rilento nonostante il miglioramento della congiuntura.

Il rapporto pubblicato oggi ripropone in gran parte analisi già fornite dalla Fed nel corso del 2013 ma conferma nella sostanza il quadro di un’economia avviata sulla strada di una ripresa che al momento procede ancora a basso ritmo sebbene con segnali di accelerazione. Saranno proprio le indicazioni contenute in questo rapporto, insieme ai dati macro che verranno pubblicati nel corso dei prossimi giorni, a fornire la base di discussione ai governatori in occasione del prossimo meeting del Fomc, che secondo gli analisti potrebbe dare il via ufficiale al “tapering off”, cioé alla graduale riduzione degli acquisti di bond effettuati sin qui dalla Fed per sostenere l’economia.

Gli investitori attendono anche il summit del G-20 che prenderà il via domani, a San Pietroburgo.

Reso noto il deficit commerciale degli Stati Uniti, salito più delle attese oltre i $39 miliardi. Ma è vero che il mese scorso il valore era scivolato al minimo in quasi quattro anni.

Tra i titoli LinkedIn in calo -2% circa dopo che la società ha dichiarato che venderà azioni per $1 miliardo circa.

Microsoft, all’indomani dell’accordo per acquistare la divisione di cellulari di Nokia, giù dopo la decisione di Morgan Stanley di tagliare il suo rating. La valutazione è stata tagliata da “overweight” a “equal weight”.

In corsa Apple che (+2%) nell’intraday sale fino a 502 dollari per poi ripiegare sotto quota 500 dollari, all’indomani della distribuzione degli inviti alla stampa per l’evento del 10 settembre prossimo in cui potrebbe essere presentato il nuovo iPhone. Cantor Fitzgerald LP ha avviato la copertura del titolo con un rating “buy” e un target sul prezzo a 12 mesi che è superiore +59% rispetto alla chiusura delle contrattazioni di ieri, pari a $488,58, a $777. Brian White, analista di Cantor, ha affermato che Apple è sul punto di “espandere il proprio ciclo produttivo, innovando i prodotti esistenti, aumentando la penetrazione all’interno dei settori in cui opera e beneficiando di opportunità di mercato del tutto nuove”.

Micron Technology sale del 6,82% alla notizia di un incendio che ha colpito la rivale Hynix, obbligata a fermare le attivita’ in Cina.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro +0,05% a $1,3175; dollaro/yen +0,06% a JPY 99,62; euro/franco svizzero +0,18% a CHF 1,2354. Euro/yen +0,11% a JPY 131,25.

Sui mercati delle commodities, i futures i futures sul petrolio WTI -1,06% a $107,39; Brent -0,80% a $114,76, quotazioni oro -1,59% a $1.389,30.