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WALL STREET: STOP AL RALLY, TIMORI DA RECESSIONE

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La seduta di borsa a Wall Street si e’ chiusa con gli indici in calo. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.36% a 12608, l’S&P500 lo 0.19% a 1367, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.06% a 2361. All’indomani del potente rally di martedi’ gli operatori hanno preferito intascare parte dei guadagni, dopo aver digerito l’intervento di Bernanke e gli ultimi dati macroeconomici.

Intervenuto a Capitol Hill, di fornte al Joint Economic Commitee, il capo della Fed ha parzialmente rassicurato gli operatori, dichiarando di non attendersi il ripetersi di una crisi finanziaria come quella dei mesi scorsi che ha portato al collasso di Bear Stearns (BSC) e al fallimento di altri gruppi finanziari. La Banca Centrale vigilera’ attentamente sull’intero sistema per evitare ulteriori effetti negativi dovuti al “credit crunch”.

Bernanke ha pero’ dichiarato anche che l’economia a stelle e strisce e’ ancora soggetta a rischi al ribasso: il Pil nel primo semestre subira’ un brusco rallentamento e non e’ da escludere una contrazione (riconoscendo dunque la minaccia della recessione). Il prossimo incontro della Banca Centrale e’ previsto per la fine del mese. Il mancato riferimento alla politica monetaria da parte del n.1 della Fed ha sollevato alcuni dubbi riguardo le future mosse in materia di tassi d’interesse che al momento, ricordiamo, sono al 2.25%.

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L’allarme lanciato da Bernanke sul rallentamento dell’economia ha avuto l’effetto di trascinare al ribasso i titoli di colossi industriali come Caterpillar (CAT) e General Electric (GE), pressati ulteriormente dalla revisione al ribasso delle stime di crescita economica annuale da parte dell’IMF da +1.5% a +0.5%.

L’indice S&P500, che martedi’ ha segnato la migliore partenza di trimestre degli ultimi 70 anni, ha piu’ volte attraversato la linea di parita’, influenzato dall’ampia volatilita’ che ha caratterizzato i comparti tecnologico, industriale, retail e consumi. Ad avanzare sono stati i titoli delle societa’ attive nel comparto delle commodities. Newmont Mining (NEM) e’ stato ben comprato sulla scia del rimbalzo dell’oro, che ha chiuso a quota $920 con un rialzo giornaliero di $12.40. Sugli scudi anche le societa’ petrolifere Exxon Mobil (XOM) e Chevron (CVX) spinte dal rialzo del greggio. I futures con consegna maggio sull’oro nero hanno guadagnato $3.85 a $104.83 al barile.

Tra le aziende che hanno diffuso i risultati trimestrali in giornata, sia Best Buy (BBY), la catena retail specializzata in elettronica, che il colosso chimico attivo nel campo dell’agricoltura Monsanto (MON) hanno riportato numeri migliori delle attese degli analisti. Il titolo di quest’ultimo ha pero’ ceduto terreno a causa del deludente outlook offerto sui profitto dell’intero anno fiscale 2008. Ad arretrare e’ stato anche il gigante farmaceutico Pfizer (PFE) a causa della sospensione dello studio di un farmaco contro il melanoma.

In chiaroscuro i dati emersi dal fronte macroeconomico. Nel mese di marzo l’occupazione nel settore privato e’ cresciuta di 8 mila unita’, il dato di febbraio e’ stato rivisto al rialzo. I numeri si sono rivelati superiori al consensus, lasciando ben sperare sul rapporto occupazionale (in calendario per venerdi’). E’ risultato inferiore alle attese pero’ l’aggiornamento sugli ordini alle fabbriche che ha segnalato una flessione superiore al previsto.

Sul valutario, euro in recupero nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5696. Ancora in ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.5830% dal 3.5450% di martedi’.

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