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WALL STREET SOPRA
I LIVELLI CHIAVE

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*Maurizio Milano e’ il responsabile Analisi tecnica di Banca Sella. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Forte rimbalzo tecnico e segnali distensivi sul fronte volatilità. La paura di una grave crisi di liquidità per il momento è rientrata. Le massicce iniezioni di denaro effettuate dalle banche centrali, oltre al taglio a sorpresa del tasso di sconto da parte della Federal Reserve, hanno finora evitato il temuto credit crunch, cioè una strozzatura della liquidità di proporzioni tali da provocare conseguenze gravi per l’intero sistema economico-finanziario mondiale. Il fatto che l’intervento sia avvenuto in concomitanza di livelli chiave di supporto (12.500/12.750 per il Dow Jones, 2.395-2.430 per il Nasdaq e 1.360/1.385 per l’S&P500) conferma ancora una volta la grande «vigilanza» delle autorità monetarie per prevenire l’innescarsi di vendite a valanga dovute a crisi di fiducia e a effetti imitativi.

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La scorsa settimana il buon rimbalzo degli indici ha così consentito di riportare le quotazioni sopra quei «livelli di guardia», la cui rottura aveva provocato il sell-off di due settimane fa. Il superamento di 13.200 sul Dow fornisce un segnale di rasserenamento del quadro tecnico, anche se una conferma si avrebbe solo su consolidamenti sopra 13.400/13.500. È importante che eventuali correzioni rimangano al di sopra di 13.000. Buon rimbalzo anche del Nasdaq, che si riporta sopra 2.510 in direzione della resistenza successiva a 2.580. Se le quotazioni si manterranno sopra 2.500 il quadro tecnico rimarrà abbastanza sereno. Stesso discorso per l’S&P500 che sembra indirizzato verso 1.475. È importante che le quotazioni si mantengano ora sopra 1.425.

Il peggio è passato? È prematuro dirlo. Di certo è stata vinta una battaglia importantissima, e la crisi borsistica più insidiosa degli ultimi 4 anni è stata «bloccata» appena in tempo. Il mercato sembra ora entrato in una seconda fase, una sorta di «tregua armata». L’ipotesi del «grande ribasso» rimarrà per lungo tempo sullo sfondo dell’operatività quotidiana. Per evitarlo sarà vitale un consolidamento della volatilità dopo gli sbuffi delle ultime settimane, che hanno fatto salire la percezione del rischio a livelli che non si vedevano da 4 anni, da quando è partito il movimento rialzista primario sulle Borse.

Rispetto ai picchi del 16 agosto il Vix (la volatilità dell’S&P500) e il Vxn (la volatilità del Nasdaq) sono ridiscesi del 40%, fornendo così segnali di rasserenamento. Una conferma del clima più disteso si avrà quando il Vix si riporterà sotto al Vxn, perché ciò darebbe un segnale che le tensioni sul settore finanziario e immobiliare sono rientrate. Fino ad allora prudenza.

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