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WALL STREET: SI RIFANNO AVANTI I RIBASSISTI

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Seduta in netto ribasso per gli indici azionari Usa, appesantiti dalle notizie negative giunte dal mercato immobiliare e dal nuovo record del petrolio che ha alimentato nuovi timori sull’inflazione e sulla spesa dei consumatori. Il Dow Jones e’ arretrato dell’1.59% a 12814, l’S&P500 dell’1.81% a 1392, il Nasdaq ha ceduto l’1.80% a 2438. Il ribasso giornaliero e’ il maggiore dallo scorso 11 aprile.

Nonostante il forte rialzo delle scorte settimanali le quotazioni del greggio sono balzate ad un
nuovo massimo storico, oltre i $123 al barile. I futures con consegna giugno hanno chiuso in progresso di $1.69 a $123.53 al barile (+10% nelle ultime 4 sedute). Dallo scorso anno il prezzo dell’oro nero e’ piu’ che raddoppiato spingendo di riflesso i costi energetici sia per i consumatori che per le aziende. A poco e’ servita la nota positiva emersa dalla lettura del dato dato preliminare sulla produttivita’ accompagnato dalla componente del costo unitario del lavoro avanzata in misura inferiore delle attese.

L’allarme inflazione resta dunque e i numerosi accenni fatti nei giorni scorsi dai governatori Fed non rassicurano gli investitori. “Un ulteriore incremento dei prezzi continuera’ a spingere giu’ l’azionario” ha affermato Ed Peters, chief investment officer di PanAgora Asset Management. “Il rialzo del petrolio e’ sintomatico di un trend ben piu’ ampio”.

Molti gli analisti che hanno citato motivi di natura tecnica come responsabili del calo giornaliero. Sia il Dow Joes che l’indice S&P500, cosi’ come molti altri singoli titoli chiave, si stanno muovendo in corrispondenza della media mobile semplice a 200 giorni. “Non sono tantissimi gli esperti di analisi tecnica, ma tutti sanno ovviamente che quello citato e’ un livello che necessita particolare attenzione” ha dichiarato l’esperto analista Edward Yardeni. “Avremo bisogno di segnali forti nel breve periodo per assistere ad un superamento di tale barriera: non dovrebbe sorprendere un ritracciamento nei prossimi giorni”.

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Ad intensificare il calo e’ stato anche l’annuncio da parte della SEC (l’organismo di controllo della Borsa statunitense) relativo ad un incremento della trasparenza da parte delle banche nella diffusione dei dettagli inerenti i livelli di liquidita’ e capitale. Cio’ ha dato origine a speculazioni per cui molte istituzioni finanziaire potrebbero continuare a riportare nuove svalutazioni e perdite. Lo spider del comparto (XLF) ha lasciato sul terreno il 3.5% circa, Citigroup (C) ha perso il 4.45%, Bank of America (BAC) il 3.30%, -3.40% per JP Morgan (JPM).

Ad originare i primi sell in giornata era stato uno studio settimanale diffuso dal canale televisivo ABC e dal quotidiano Washington Post secondo cui la fiducia dei consumatori americani continua ad essere in forte calo, ai peggiori livelli degli ultimi 15 anni. Male anche l’aggiornamento sul comparto immobiliare che ha evidenziato una variazione negativa delle vendite di case con contratti in corso pari a -1% nel mese di marzo. In controtendenza pero’ le richieste di prestito immobiliare, nell’ultima settimana schizzate del 15.6%, in forte rialzo dai minimi dell’anno.

A livello societario, a registare la migliore performance tra le blue chip e’ stato il colosso dell’entertainment Walt Disney (DIS) forte della trimestrale migliore delle attese. Numeri superiori al consensus anche per il gigante delle infrastrutture network Cisco System (CSCO), ma l’azione non e’ riuscita ad avanzare. Dopo la chiusura delle borse sara’ il colosso media di Rupert Murdoch, News Corp (NWS), a diffondere gli ultimi risultati fiscali.

Sugli altri mercati, sul valutario, euro in calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.54. In ribasso l’oro. I futures con consegna giugno sul metallo prezioso hanno ceduto $6.50 a $871.2 l’oncia. Seduta in progresso infine per i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.8670%.

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