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Wall Street si conferma sui massimi di cinque mesi e mezzo

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Wall Street ha chiuso in lieve rialzo una seduta caratterizzata da trimestrali contrastanti e da un braccio di ferro tra ribassisti e rialzisti. Questi ultimi hanno infine avuto la meglio, aiutati dall’aumento superiore alle attese della fiducia dei consumatori in ottobre. Il Dow ha guadagnato lo 0.05% a quota 11169.46, il Nasdaq lo 0.26% in area 2497.29, mentre l’S&P 500 ha chiuso piatto in area 1185.64.

I numeri, incoraggianti in vista della stagione delle festivita’ natalizie, hanno contribuito a mettere in secondo piano i timori legati al mercato immobiliare e ai problemi delle banche, nell’occhio del ciclone per la gestione maldestra e in alcuni casi presunta illecita dei pignoramenti.

Reazione gelida invece ai dati immobiliari, che dipingono uno scenario cupo per il settore. L’indice S&P/CaseShiller di agosto e’ stato pari a 148.6 dopo la lettura di 148.9 del mese precedente. Ma il dato negativo riguarda il valore delle case monofamiliari, che e’ sceso in prossimita’ dei minimi.

La partenza in sordina si spiega con i risultati fiscali deboli di Texas Instruments, U.S. Steel e Bristol-Myers Squibb. I titoli della blue chip DuPont hanno perso terreno dopo che il gigante chimico ha annunciato un calo degli utili. Meglio del previsto invece i conti di Ford, che ha archiviato il miglior terzo trimestre della sua storia.

Restando in ambito di trimestrali, la casa automobilistica Ford (F) ha riportato un utile netto pari a $1.7 miliardi nel terzo trimestre, in progresso dai $997 milioni di un anno prima. Il fatturato e’ lievemente calato a $29 miliardi da $30.3 miliardi, ma ha battuto le stime ($27.9 miliardi). Il profitto esclusi oneri straordinari di 48 centesimi e’ risultato di 12 centesimi superiore alle previisioni.

I titoli del comparto tecnologico hanno per la maggior parte chiuso in territorio negativo, con Lexmark International, Tellabs e Unisys che hanno accusato i cali piu’ pesanti: gli investitori non hanno ben digerito i rispettivi conti fiscali.

A dettare i tempi nelle prime battute era stato l’andamento del dollaro, che ha recuperato parte delle perdite subite di recente contro un basket di valute rivali: la valuta e’ in particolare risalita dai minimi sullo yen. I funzionari giapponesi hanno espresso la volonta’ di agire in modo da ridurre la forza della valuta nazionale.

Anche i commenti del presidente della Fed di New York William Dudley hanno aiutato il dollaro. Dudley ha osservato che la decisione di mettere a punto una nuova tornata di quantitative easing sara’ presa in considerazionehe del contesto economico.

Il mercato sembra dunque attraversare una fase di consolidamento dopo il buon rally visto nelle ultime sedute. Nel frattempo i timori circa il caos della gestione dei pignoramenti da parte delle banche Usa continuano a mettere una certa pressione sul settore finanziario.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna novembre guadagnano lo 0.03% a quota $82.55 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro segna un -0.3% a $1338.60 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro arretra dello 0.7% circa a quota $1.3854. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale si attesta al 2.6360%, forte di un rialzo di 8.2 punti base.