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WALL STREET: SEDUTA A DUE VELOCITA’, SOFFRE IL DOW

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Gli indici americani hanno archiviato la seduta contrastati, nonostante il positivo dato sull’occupazione, che pero’ non ha funto da catalizzatore sull’indice industriale. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.32% a 10877, l’S&P500 ha guadagnato lo 0.03% a 1265, il Nasdaq ha chiuso in progresso dello 0.27% a 2273. Ad ostacolare gli indici ha giocato un ruolo chiave il petrolio, oggi in progresso oltre i $59 al barile.

Si e’ assistito ad un notevole movimento nell’ultima sessione: un rialzo a tre cifre sul Dow Jones non lo si vedeva da piu’ di un mese e il progresso giornaliero del Nasdaq e’ stato il migliore delle ultime sei settimane. Ragion per cui molti opeeratori hanno definito “legittime e comprensibili” le prese di beneficio sull’indice industriale.

L’atteso dato in calendario, relativo al rapporto sull’occupazione, si e’ rivelato sostanzialmente in linea con le stime del mercato. Nel mese di novembre l’occupazione nel settore non agricolo negli Stati Uniti e’ cresciuta di 210 mila unita’. Gli economisti si aspettavano in media un aumento di 210 mila posti. Il tasso di disoccupazione e’ rimasto fermo al 5%.

I primi commenti degli analisti sono stati per un apprezzamneto del dato che, collocandosi ad un livello sostanzialmente il linea con il consensus, non ha avuto un impatto prettamente negativo ne’ sul mercato azionario, ne’ su quello obbligazionario.

Alcuni segnali di allarme sono arrivati pero’ dal presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, il quale ha ammonito che un trascuramento del deficit potrebbe causare “serie” conseguenze all’economia americana. Ha comunque ribadito che nel 2005 l’attivita’ economica e’ proseguita ad un “passo ragionevole” che ha portato ad una solida performance nei diversi settori.

A destare maggiore interesse tra gli operatori e’ stato il progresso del greggio, spinto dalle previsioni di un abbassamento delle temperature nel Nord America e dall’aumento della domanda per prodotti petroliferi. I contratti futures con consegna gennaio hanno terminato la sessione in rialzo di 85 centesimi a $59.32 al barile. Positiva anche la performance settimanale (+1%).

Modesti i rialzi registrati dai titoli petroliferi e dalle compagnie energetiche, piu’ marcati, invece, quelli dei settori aereo e dei semiconduttori (quest’ultimo spumeggiante dopo aver registrato il miglior risultato degli ultimi dieci mesi nella sessione di giovedi’).

A livello di singli titoli, bene le azioni della catena di coffe shop Starbucks, in seguito alla comunicazione delle vendite comparate di novembre, cresciute di oltre il 7%, grazie al lancio dei nuovi prodotti appositamente introdotti sul mercato per la stagione natalizia.

Ancora sotto i riflettori i titoli delle case automobilistiche General Motors e Ford Motor. Entrambi i titoli hanno chiuso in calo, dopo aver annunciato nella giornata di giovedi’ una diminuzione delle vendite, nel mese di novembre, rispettivamente dell’11% e del 15%. Il Wall Street Journal ha pubblicato, inoltre, una notizia secondo cui il gruppo Ford potrebbe chiudere 5 impianti e licenziare almento 7500 lavoratori nel Nord America.

Tra le componenti del Dow Jones, la medaglia d’oro va a United Tech, avanzata di quasi l’1.50%. Bene anche JP Morgan, Intel e Merck. In rosso, oltre a GM, Honeywell, McDonald’s e Hewlett-Packard.

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Sugli altri mercati, l’euro ha esteso la flessione nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1716. L’oro ha guadagnato leggermente rimanendo ben saldo sopra i $500. Il futures con scadenza febbraio e’ avanzato di 70 centesimi a quota $507.00 all’oncia. Invariati, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ rimasto al 4.52%.