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WALL STREET SCIVOLA DAI MASSIMI DI UN ANNO

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Il mercato azionario americano arriva al giro di boa in ribasso, con gli indici principali che scivolano dai massimi di un anno appesantiti dai cali dei titoli dei colossi bancari Goldman Sachs e Citigroup. I due istituti hanno riportato utili migliori del previsto, che tuttavia hanno lasciato insoddisfatti alcuni investitori.

Nel frattempo il dollaro e i prezzi del petrolio accelerano, questi ultimi sulla scia del calo dell’offerta registrato la scorsa settimana, mentre i TItoli di Stato cedono terreno. Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare accedendo alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 76 centesimi al giorno, provalo ora!

Tra le singole prove, spiccano i ribassi accusati da Goldman Sachs e Citigroup che, nonostante abbiano annunciato risultati migliori del previsto, con cali di almeno l’1.3% trascinano al ribasso l’intero settore, ieri tra i protagonisti in positivo di una seduta che ha visto il Dow Jones tornare sopra quota 10.000 punti per la prima volta da un anno a questa parte. Il settore e’ quello che subisce i ribassi piu’ accentuati, ma anche i titoli tecnologici non sembrano voler essere da meno, penalizzati dai conti fiscali del principali produttore di telefoni cellulari al mondo. Nokia ha registrato la sua prima perdita netta dal 1996.

“Le cifre macro sono state migliori delle attese ma i problemi non sono spariti di punto in bianco”, sottolinea Stanley Nabi, vice presidente del grupo Silvercrest Asset Management. “Il mercato azionario ha bisogno di prendersi una pausa finche’ non avremo a disposizione il grosso delle cifre trimestrali”.

Gli indici principali ritracciano malgrado gli ultimi dati macro abbiano mostrato un miglioramento dell’attivita’ manifatturiera dell’area di New York (in ottobre il NY Empire State Index e’ salito sui massimi di cinque anni) e del mercato del lavoro. Le richieste di sussidio di disoccupazione sono risultate in calo piu’ del previsto, sui minimi di nove mesi.

A deludere e’ invece stato l’indice della Fed di Philadelphia, da cui e’ emersa una riduzione dell’attivita’ manifatturiera della regione superiore alle previsioni. I prezzi al consumo hanno invece registrato una varizione positiva dello 0.2% in settembre, in linea con le stime, mostrando che l’inflazione non dovrebbe rappresentare una minaccia mentre l’economia tenta di emergere dalla recessione piu’ grave dai tempi della Grande Depressione.

A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti: Gasoline-UGA +4.0%, Heating Oil-UHN +3.1%, Crude Oil-USO +2.6%, Biotech-XBI +1.8%, Commodities-GSG +1.2% e Natural Gas-UNG +1.2%. Tra i piu’ forti ribassi: Solar-TAN -1.8%, U.S. Broker-Dealers-IAI -1.4%, Banks-KBE -1.4%, Semis-SMH -1.3% e Financials-XLF -1.2%.

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