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Wall Street sale, mercato punta su Bernanke. Nasdaq +4,3%

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New York – Wall Street ha chiuso allungando il passo con un forte rimbalzo spinta dalla speranza che la Fed annunci venerdi’ al vertice di Jackson Hole nuove misure per rilanciare l’economia. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,97% a quota 11176,76, il Nasdaq e’ cresciuto del 4,29% a 2446,06 punti e l’indice S&P500 e’ salito +3,43% a 1162,35.

Dopo la pubblicazione dei dati relativi alle vendite di nuove case e all’indice di Richmond, i mercati americani incrementano i rialzi.

Entrambi i dati sono stati decisamente negativi: le vendite di nuove case sono scese per il terzo mese consecutivo, confermando tutta la debolezza del settore immobiliare Usa, che continua a zoppicare. L’indice Richmond, che misura le condizioni dell’attività manifatturiera dell’area, è scivolato a -10, contro il precedente -1%. Il livello è stato il peggiore dal giugno del 2009.

Ma la borsa e’ salita, L’interpretazione è che gli investitori continuano a scommettere su un intervento della Fed, che potrebbe essere annunciato già venerdì dal presidente Ben Bernanke nel suo discorso a Jackson Hole, nello stato dello Wyoming, vista la carrellata di dati economici negativi.

Sullo sfondo, rimangono però le preoccupazioni sul settore bancario, che hanno scatenato ieri lo scivolone di Bank of America: hanno pesato alcuni rumor sulla necessità della banca di avviare un aumento di capitale.

Oggi il titolo continua a rimanere sotto i riflettori e registra nuove perdite, superiori al 5%, scendendo al minimo delle ultime 52 settimane, a quota $6,02. Gli spread sui cds a cinque anni, inoltre, volano al record di 400 punti base, a un livello più alto anche rispetto a quello della crisi finanziaria.

Recuperano terreno invece altri titoli finanziari, come JP Morgan, che sale dello 0,84%. Sempre riguardo al settore finanziario, arriva comunque una buona notizia. Secondo l’agenzia federale Federal Deposit Insurance Corp, il numero degli istituti bancari che fanno parte della lista “Problem List” è sceso nel secondo trimestre per la prima volta dal terzo trimestre del 2006.

Il mercato si interroga però sulla reale efficacia dei lauti finanziamenti che la Federal Reserve ha elargito nel pieno della crisi subprime agli istituti statunitensi, e anche europei. Molti titoli del settore bancario americano sono tornati infatti ai minimi dal 2009 e Bank of America ha perso il 50% in dodici mesi.

Inoltre, i problemi di accesso ai finanziamenti a breve termine degli istituti bancari europei continuano a riempire le pagine dei giornali. Oggi le indiscrezioni parlano di problemi per Intesa Sanpaolo e MPS .

Sul fronte valutario l’ euro ritraccia dai massimi intraday dopo le dichiarazioni dell’ex numero uno della Fed, Alan Greenspan, che ha categoricamente affermato che l’euro si sta spezzando. La moneta unica riduce così i suoi guadagni attestandosi comunque ancora al di sopra di quota $1,44 (+0,34%); contro lo yen ora perde a 110,2370, mentre nei confronti del franco svizzero sale a 1,1363.

Sul fronte delle commodities futures sul petrolio salgono dello 0,77%, a quota $85,07 al barile, mentre l’oro ritraccia dai massimi e perde più dell’1% a quota $1.872,60.

Infine, i rendimenti dei Treasury a dieci anni sono in rialzo al 2,143%.