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WALL STREET SALE CON FIDUCIA SU ECONOMIA

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La settimana a Wall Street e’ iniziata con un cauto ottimismo in vista degli importanti dati macroeconomici che saranno rilasciati in settimana. A spingere i listini sono stati il calo del petrolio e i commenti positivi da parte di alcuni esponenti della Fed che hanno allontananto i timori di un rallentamento economico superiore al previsto. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.19% a 12131, l’S&P500 lo 0.25% a 1384, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.70% a 2406.

Con le elezioni politiche ormai alle spalle, gli operatori sono tornati a concentrarsi sui fondamentali del mercato. In giornata a supportare gli acquisti e’ stato principalmente il calo del petrolio, che ha esteso le gia’ sostenute perdite dello scorso venerdi’. A causa dei dubbi sull’effettivo taglio di produzione da parte dell’OPEC, i futures con scadenza dicembre sono arretrati di $1.01 a $58.58 al barile, chiudendo ai minimi di oltre una settimana.

Buone notizie sono giunte anche dal presidente della Federal Reserve del distretto di Dallas, Richard Fisher, secondo cui gli Stati Uniti continuano a godere di un’enorme produzione economica caratterizzata da una crescita “in piena forza”. Il fatto ha risollevato gli animi degli operatori, da tempo preoccupati per un brusco rallentamento dell’economia che possa inficiare sui risultati aziendali.

Nella giornata di martedi’ saranno comunicati gli aggiornamenti sui prezzi alla produzione, giovedi’ sara’ la volta dei prezzi al consumo. Le attese per gli indici “core” (privati delle componenti piu’ volatili) sono rispettivamente per una crescita dello 0.1% (da +0.6%) e dello 0.2%.

Sul fronte societario, ad attrarre forte attenzione sono stati i titoli delle societa’ farmaceutiche, ultimamente sotto pressione per le implicazioni che la vittoria del partito democratico potra’ comportare sui prezzi dei farmaci. In evidenza il colosso Merck ([[MRK]]), che sale sulla notizia di un’estensione del tempo di revisione richiesto dalla FDA su un farmaco contro il diabete sviluppato dalla rivale svizzera Novartis ([[NVS]]). Il prodotto in questione e’ il Galvus, diretto concorrente del Januvia, sviluppato da Merck appunto, che ha gia’ ricevuto, lo scorso mese, l’approvazione da parte dell’organo di controllo.

In forte rialzo le azioni di Isis Pharmaceuticals ([[ISIS]]), schizzate in seguito al rilascio dei dati di laboratorio sulla Fase II di un prodotto dimostratosi efficace nell’abbassamento dei livelli di colesterolo e privo di effetti collaterali.

Tra i titoli del Dow Jones, il maggiore rialzo e’ stato realizzato da Intel ([[INTC]]), che ha beneficiato dei commenti positivi sull’intero comparto dei semiconduttori da parte degli analisti di Citigroup. In buon progresso anche American International Group ([[AIG]]), McDonald’s ([[MCD]]) e Honeywell ([[HON]]). Ordinativi di vendita, invece, per Home Depot ([[HD]]), Walt Disney ([[DIS]]) e Procter & Gamble ([[PG]]).

Tra le notizie di mergers & acquisitions, classiche del lunedi’, citiamo l’accordo tra Illumina ([[ILMN]]) e Solexa ([[SLXA]]), azienda sviluppatrice di sistemi di analisi genetica, secondo cui la prima paghera’ $600 milioni per la rilevazione dell’altra. Il titolo ILMN ha ceduto l’11%, SLXA e’ balzato del 30%.

Nel comparto energetico, Hess si e’ unito al BHP Billiton e Repsol per l’acquisto del progetto “Genghis Khan” da Anadarko Petroleum per un corrispettivo di $1.35 miliardi.

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Sugli altri mercati, sul valutario, in calo l’euro nei confronti del dollaro a quota 1.2803. In ribasso l’oro. I futures con scadenza dicembre sono arretrati di $4.30 a $625.80 all’oncia. Performance negativa anche per i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.6050% dal 4.5860% di venerdi’.