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Wall Street ritrova forza

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Oro ai minimi di sei settimane, torna sui livelli di 21 giorni fa il greggio mentre il dollaro si rafforza e i prezzi dei Treasury registrano il maggiore calo di un mese. Questa la fotografia di Wall Street che, dopo quasi due ore e mezzo di contrattazioni, viaggia in rialzo e sui massimi intraday in seguito a una partenza lievemente negativa.

Gli operatori festeggiano il dato sulla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato di decembre: registrato un record storico al rialzo. Battute le stime.

Le buone notizie riguardanti il mercato del lavoro non sono finite: il numero di licenziamenti annunciati dalle societa’ americane nel corso del 2010 e’ sceso del 59% sul 2009. Mentre per la prima volta in tre anni la maggioranza degli amministratori delegati delle piccole aziende ha detto di avere pianificato assunzioni nel 2011. Il quadro verra’ completato venerdi’ con il Rapporto del lavoro governativo relativo al mese di dicembre.

Sempre dal fronte macro, sopra le attese anche l’ISM non manifatturiero di dicembre, per il quarto mese di fila in salita e tornato ai massimi dal maggio 2006.

L’euro intanto continua a soffrire dopo l’esito dell’asta di titoli di stato del Portogallo, dove si e’ assistito a un forte balzo dei rendimenti. Questo e’ segno che la crisi del debito sovrano Ue e’ tutt’altro che finita. Lo dimostra il fatto che sia schizzato ai massimi storici il premio di rendimento pagato dai titoli decennali della Grecia rispetto ai titoli di stato tedeschi. Lo spread tra i bond ellenici e il bund e’ balzato sulla piazza di Londra a 974 punti base. Come se non bastasse la Banca centrale della Svizzera ha detto di non accettare piu’ come garanzia i titoli di stato irlandesi.

Il tutto avviene all’indomani della pubblicazione delle Minute della Federal Reserve, relative alla riunione del 14 dicembre. I funzionari della banca centrale hanno visto segnali di crescita economica, ma hanno anche ravvisato pericoli rappresentati dalla crisi del debito sovrano europeo e dai due soliti anelli deboli della catena economica americana del post-recessione: immobiliare e occupazione.

Nel frattempo la Cina, che ha confermato il proprio impegno ad acquistare titoli di stato europei (in particolare spagnoli), ha comunicato di volere fare apprezzare lo yuan contro il dollaro del 5% nel corso del 2011, al fine di frenare la crescita dell’inflazione.

L’indice benchmark cinese, lo Shanghai Composite Index, ha perso lo 0,5% a 2,838.59, mentre l’Hang Seng Index a Hong Kong ha ceduto lo 0,4% a 23,757.82. In Giappone il Nikkei 225 perso 17,33 punti, o lo 0,2%, a 10,380.77. In Corea del Sud il Kospi ha segnato -0,1% a 2,082.55. In Australia l’S&P/ASX 200 ha visto un -0,6% a 4,714.90. Le borse in Europa, pur avendo recuperato parzialmente terreno in scia a Wall Street, restano in territorio negativo.

Le borse europee sono riuscite e limitare le perdite sul finale. In rialzo dello 0,5% a quota 6043,86 punti il Ftse 100 a Londra. Peggio e’ andata all’Ibex di Madrid (-0,88%), al Dax a Francoforte (-0,75%) e al Cac 40 di Parigi (-0,44%). Parita’ per il Ftse/Mib a Milano (20551 punti) dove tra i titoli piu’ scambiati si e’ confermata Fiat (+2,07% a 7,63 euro). In calo invece Fiat Industrial (-1,31%), insensibile ai giudizi positivi di Deutsche Bank e Ubs.

Sugli altri mercati, i futures sul petrolio con consegna febbraio del petrolio, ieri in ribasso del 2,4% a $89,38 il barile, dopo aver perso oltre lo 0,74% cambiano rotta portandosi a $89,90 al barile. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro segna -0,32% a $1.374,40 dopo la flessione della seduta scorsa pari al 3,2% a quota $1.378,80. Sul fronte valutario l’euro e’ in contrazione dell’1,14% a quota $1,3156. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale si trova al 3,4480% dal 3,346% di ieri.