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WALL STREET RISALE IGNORANDO I DISOCCUPATI

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Dopo un’apertura debole, che aveva interrotto la corsa del mercato azionario statunitense, costretto a una brusca frenata dagli ultimi dati pubblicati dal governo e relativi alla situazione occupazionale, che hanno evidenziato in ottobre un incremento del tasso di disoccupazione piu’ consistente del previsto al record di 10.2%, deprimendo cosi’ il morale degli investitori, gli ordini di acquisto sono tornati dopo 20 minuti sul mercato, permettendo agli indici di superare la parita’ e al Dow Jones di superare di nuovo quota 10.000.

La cifra, salita al 10.2% sui massimi di 26 anni, e’ stata accompagnata dai numeri riguardanti i tagli al personale nel settore non agricolo, che ha perso altri posti di lavoro per il 22esimo mese consecutivo. La perdita di 190 mila unita’ e’ risultata peggiore del previsto, anche se inferiore al dato del mese precedente di -219 mila (rivisto da -265 mila).

I numeri hanno un effetto negativo anche sui listini dei mercati europei, dove le Borse sono virate in rosso, e sui contratti sull’oro nero. Ne approfitta invece il dollaro, che nel frattempo ha esteso i guadagni portandosi in rialzo dello 0.2% conto il basket delle sei principali valute concorrenti.

“E’ molto difficile che il mercato riesca a spingersi al rialzo se ottiene cifre di questo tipo”, osserva Liam Dalton, amministratore delegato di Axiom Capital Management. “La dinamica rialzista e’ probabilmente terminata qui. E’ una cifra molto, molto negativa dal punto di vista strutturale per il futuro dell’economia”.

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Tra le blue chip, particolarmente pesanti in avvio Citigroup e Walt Disney, che cedono oltre l’1%. Fa ancora peggio il gigante finanziario American International Group, che scivola del 9% dopo aver annunciato un calo del fatturato nelle divisioni legate all’assicurazione sulla vita e incidenti domestici.

Balzo del 4%, in netta controtendenza, invece per Starbucks, dopo che ieri a mercati chiusi la catena di coffee shop ha rivisto al rialzo l’outlook sugli utili, riportando al contempo un profitto di $150 milioni nel quarto trimestre fiscale.

Ora gli investitori terranno d’occhio l’incontro del Gruppo dei 20 in corso di svolgimento in Scozia. “In attesa del meeting i funzionari politici sembra che abbiano intenzione di rassicurare i mercati sul fatto chi le misure di stimolo fiscale rimarranno in vigore fino a che una ripresa sostenibile dell’economia non sia assicurata”, osservano gli strategist di BNP Paribas.

Anche eventuali sviluppi e anticipazioni sull’esito del voto riguardante l’approvazione o meno della riforma del sistema di assistenza sanitaria potrebbe finire al centro dell’attenzione durante gli scambi.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico cede terreno il greggio. Al momento i futures con consegna dicembre fanno segnare una flessione di $2.25 a quota $77.37 al barile. Sul valutario avanza il dollaro, con l’euro che si indebolisce nei confronti del biglietto verde a quota $1.4836. Rallentano il passo i prezzi dell’oro: i futures con scadenza dicembre scambiano in calo di $0.50 a quota $1088.80 l’oncia. In rialzo i prezzi dei Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4800% dal 3.5330% di ieri.

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