Società

Wall Street ringrazia le trimestrali

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Partenza positiva per Wall Street. Il merito va alle trimestrali superiori alle attese di JP Morgan, Intel e CSX insieme a rumor di fusioni e acquisizioni riguardanti Office Depot e Office Max.

Dal fronte macro mancano spunti particolari: i prezzi all’import hanno registrato a settembre un calo dello 0.3% a causa di una frenata della componente petrolifera (-3.1%, maggior calo mensile da giugno). Le richieste di prestiti immobiliari hanno visto nella settimana conclusasi l’8 ottobre un balzo del 14.6%.

Tornando al fronte societario, JP Morgan, la prima ad alzare i veli sui conti, ha registrato profitti in rialzo del 23% nel terzo trimestre. In forte riduzione gli accantonamenti in vista di nuove perdite sulle attivita’ di credito, scesi a $3.22 miliardi da $8.1 miliardi un anno fa. L’AD Jamie Dimon ha detto pero’ che le perdite sui prestiti restano alte a causa della difficolta’ della clientela a ripagare il proprio debito. In compenso pero’ sono viste in calo quelle sulle carte di credito.

Ieri sera a mercato chiusi il colosso dei chip Intel non solo ha battuto le attese ma ha anche alzoato le stime su ricavi e utili, cosa che attenua le preoccupazioni su una frenata delle vendite di pc nell’ultima parte dell’anno.

Conti superiori alle previsioni anche per l’operatore ferroviario CSX, secondo cui parte dell’economia e’ in ripresa.

Con gli operatori che focalizzano la loro attenzione sull’azionario, i prezzi sui titoli di stato calano facendo crescere i rendimenti. Quello sul decennale Usa e’ salito al 2.4540% dal 2.43 di ieri.

A riportare fiducia sul mercato le forti aspettative di mosse straordinarie da parte della Fed: nella riunione del prossimo 3 novembre dovrebbe annunciare un secondo piano di riacquisto di Treasury, come lasciato intuire dalle minute pubblicate ieri.

Sul fronte petrolifero, l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha alzato le stime della domanda di greggio sia per quest’anno sia per il 2011. I futures sul petrolio con consegna novembre salgono dell’1.08% a quota $82.55 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro segna un +0.85% a $1358.20 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro cresce dello 0.11% a quota $1.3940.