Società

Wall Street regge al contraccolpo: parola d’ordine, quantitative easing

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Partenza nervosa per il mercato azionario americano, che ad ogni modo riesce a reggere bene al brutto colpo accusato subito dopo la pubblicazione dei dati, nel complesso deludenti, sul mercato del lavoro. Il motivo: i trader ora si attendono l’annuncio di nuove misure di quantitative easing da parte della Federal Reserve. Ad aiutare e’ anche il deprezzamento progressivo del dollaro.

Il Dow sale dello 0.1% a quota 10959.10, il Nasdaq cede invece terreno (-0.08%) in area 2381.73. L’S&P 500 e’ sostanzialmente piatto a 1158.35 punti.

Dopo le cifre contrastanti emerse da report ADP, ricerca di Challenger e sussidi di disoccupazione, dai dati del governo e’ emerso che in settembre gli Stati Uniti hanno bruciato 95000 posti, un risultato in netto contrasto con le previsioni degli analisti, che erano in media per un risultato invariato rispetto al mese scorso. Le aziende continuano invece ad assumere: 64000 posti sono stati creati in settembre, 10000 in meno del previsto. Il tasso di disoccupazione si e’ mantenuto al 9.6%, nonostante gli economisti prevedessero un rialzo di una tacca e nonostante gli occupati siano aumentati di 141 mila unita’. Ma la vera delusione e’ rappresentata dal reddito per ora, che e’ calato dopo due mesi di crescita sostenuta.

Il miglioramento della situazione riguardante la disponibilita’ di posti di lavoro non ha ancora avuto quell’effetto positivo che ci si aspettava sui cosiddetti scoraggiati, che hanno smesso di cercare un’occupazione. Quando questi ultimi torneranno a far parte di quella che viene considerata la forza lavoro del paese, il tasso dovrebbe tornare sul 10%.

Il mercato sembra impostato per un’altra seduta all’insegna dell’incertezza con gli investitori impegnati a digerire i dati sul rapporto governativo occupazionale. L’S&P e’ comunque in progresso dell’1% in settimana, principalmente grazie al rally di martedi’, alimentato dall’idea, rafforzatasi quest’oggi, che la Fed mettera’ a punto nuove misure di quantitative easing dopo che il Giappone ha agito in questa direzione. La nave del bilancio fiscale americano e’ destinato a viaggiare in acque agitate ancora per molto tempo: circa 1000 miliardi di dollari sono stampati dalla crisi e la situazione non puo’ che peggiorare.

Sul fronte societario, occhi puntati su Alcoa, dopo che il colosso dell’alluminio ha dato il via alla stagione trimestrale rivedendo al rialzo le previsioni sui livelli di domanda. I titoli fanno un bel balzo.

Sugli altri mercati, per quanto riguarda i Treasury, i rendimenti dei titoli a breve (2,3 e 5 anni) hanno toccato nuovi minimi, toccando lo 0.3511%, 0.5451% e 1.1170% rispettivamente. La curva dei rendimenti, dopo un irripidimento iniziale, si e’ riequilibrata, con lo yield sul decennale che arretra. Lo spread si aggira intorno a quota 204, dopo che due giorni fa era sceso sotto l’area 200. Il differenziale tra il 10 e il 30 anni e’ sceso dalla quota record di 133.5 di ieri, ma rimane comunque su livelli alti (131.5).

Nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna novembre salgono dello 0.37% a quota $81.85 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro segna +0.37% a $1339.9 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro arretra dello 0.1% a quota $1.3912. Il rendimento sul decennale si attesta al 2.362%, in calo di 3.4 punti base.