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WALL STREET POSITIVA TRA INCERTEZZA E NERVOSISMO

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Una seduta caratterizzata dall’alta volatilita quella di Wall Street, oramai elemento costante nelle contrattazioni delgli ultimi giorni. Il nervosismo e l’incertezza sui mercati restano ad alti livelli, come dimostra l’andamento dei listini, che piu’ volte hanno attraversato la linea di parita’ con intervalli piuttosto ampi. Alla fine degli scambi, gli indici hanno chiuso in positivo, ma rimane assai difficile delineare un chiaro trend di mercato. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.17% a 11117, l’S&P500 dello 0.16% a 1258, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.48% a 2169.

Dopo il buon avvio, scaturito dalle prime valutazioni sul dato relativo agli ordini di beni durevoli, gli indici hanno invertito al ribasso con il rilascio del dato sul comparto immobiliare e con l’analisi piu’ attenta del dato diffuso in precedenza. Gli acquisti sono ricomparsi nuovamente, in concomitanza alla debole chiusura del petrolio.

Nel mese di aprile gli ordini di beni durevoli hanno registrato un calo del 4.8% dopo essere avanzati del 6.6% nel mese precedente. Le stime degli analisti erano per un calo piu’ contenuto, pari allo 0.5%. Se da un lato, il dato ha migliorato le prospettive di un possibile stop del ciclo rialzista sui tassi da parte della Fed, dall’altro ha intensificato i timori di un futuro rallentamento economico.

Alla contrastata lettura del dato, si e’ poi aggiunto il buon progresso delle vendite di case nuove, in rialzo per la seconda volta consecutiva. Sempre nel mese di aprile, l’indicatore del comparto degli immobili e’ cresciuto del 4.9%, attestandosi ad un livello di circa 1.2 milioni (consensus 1.135 mln).

I futures sui fed funds, che indicano le probabilita’ che la Banca Centrale possa optare per un nuovo rialzo del costo del denaro nel prossimo meeting di fine giugno, nella giornata di martedi’ erano al 60%. Sono poi scesi al 46% con il dato sugli ordinativi, per poi risalire al 50% subito dopo la diffusione dei numeri sul comparto immobiliare.

La possibilita’ di una continuazione delle strette creditizie rende nervosi gli investitori, preoccupati per l’impatto che gli alti tassi d’interesse potranno avere sulla spesa dei consumatori e sugli investimenti aziendali, quindi sulle prospettive di crescita economica.

Una nota positiva e’ emersa dal comparto energetico, con il petrolio sotto pressione in seguito al rilascio dei dati sulle scorte. Nella settimana conclusasi il 20 maggio, le riserve di greggio sono risultate in calo, ma sia quelle di prodotti distillati che quelle di benzina sono cresciute in misura superiore alle stime. In particolare, e’ la quarta settimana consecutiva che le ultime hanno registrato un aumento. I futures con consegna luglio sul petrolio sono arretrati di quasi $2 ($1.90 per l’esattezza), a $69.86 al barile.

Per cio’ che concerne il comparto societario, in forte evidenza il colosso dell’auto General Motors. Il titolo e’ avanzato dell’8% circa dopo aver ricevuto un upgrade a Buy da parte degli analisti di Merrill Lynch che hanno apprezzato i risvolti sul piano di ristrutturazione dell’azienda.

In buon progresso anche American Express, Microsoft, Johnson&Johnson ed Altria. Le maggiori perdite all’interno del Dow Jones sono state realizzate da Boeing, Honeywell e Merck.

Tra gli altri titoli, sotto i riflettori le aziende attive nella ricerca e nello sviluppo di un vaccino contro il virus dell’influenza aviaria. Il caso di contagio umano in una famiglia dell’Indonesia ha aperto le ipotesi che il letale virus H5N1 abbia potuto subire modificazioni, rendendo la trasmissioni tra esseri umani piu’ semplice. Generex Biotechnology, BioCryst Pharmaceuticals, Novavax e Peregrine Pharmaceuticals hanno registrato rialzi di tutto rispetto.

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Sul valutario, euro in ribasso rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2774. In discesa libera l’oro. I futures con consegna giugno sono arretrati di $36.20 a $637.50 all’oncia. Nel comparto obbligazionario, in rialzo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ scivolato al 5.034% dal 5.06% di martedi’.