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WALL STREET: PERDITE PESANTI, LA CRISI CONTINUA

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Giornata pesante a Wall Street, colpita da forti vendite innescate dal pessimo rapporto sull’occupazione e dall’allarme lanciato dal grande Vecchio della finanza, Alan Greenspan. Il Dow Jones ha chiuso poco lontano dai minimi giornalieri con una perdita dell’1.87% a 13113, l’S&P500 ha ceduto l’1.69% a 1453, il Nasdaq e’ arretrato dell’1.86% a 2565.

A dare la stura alle vendite gia’ nel preborsa era stato l’orribile rapporto occupazionale che ha decisamente spiazzato gli operatori di Wall Street. Nel mese di agosto l’occupazione ha subito una contrazione di 4 mila posti di lavoro, segnando il primo calo degli ultimi 4 anni. Le attese degli economisti erano per la creazione di 110 mila nuovi posti nel settore non agricolo.

E’ evidente dunque l’impatto che la crisi dei mutui e le turbolenze nel settore finanziario hanno avuto negli ultimi mesi sul mercato del lavoro. Senza trascurare le conseguenze che potrebbero subire la spesa dei consumatori e i profitti aziendali. Diverse banche d’affari hanno avanzato ipotesi su un possibile taglio ai fed funds da parte della Banca Centrale nel meeting del prossimo 18 settembre.

Si tratta di numeri che lasciano pensare all’inizio di una recessione; in molti danno per scontato dunque un abbassamento del costo del denaro, il dubbio resta in che misura (1/4 o 1/2 punto percentuale). I futures sui fed funds indicano una percentuale del 75% su un taglio di 50 punti base nel prossimo incontro; i tassi potrebbero addirittura scendere al 4.25% (dal 5.25% attuale) entro la fine dell’anno.

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Ad allarmare gli investitori sono state anche le dichiarazioni dell’ex presidente della Banca Centrale americana, Alan Greenspan, secondo cui la difficile situazione creatasi nel comparto del credito e la contrazione dei listini nelle ultime sette settimane sono “identitiche”, sotto diversi aspetti, al crollo dei mercati verificatosi nel 1987. L’allerta del Grande Vecchio della finanza americana (per molti operatori responsabile di tutte le bolle finanziare, passate e presenti) ormai svincolato dagli obblighi dell’ufficialita’ da banchiere centrale, ha fatto sensazione tra gli operatori di Wall Street.

Un ulteriore segnale di allarme relativo ad un possibile rallentamento dei consumi e’ poi giunto dalla nota societa’ produttrice della popolare motocicletta Harley-Davidson (HOG) che ha tagliato le stime sulle spedizioni e ridotto del 5% le previsioni sugli utili dell’anno fiscale in corso. Alla base della decisione, “il difficile momento per i consumatori americani”. Il titolo e’ arretrato di oltre 8 punti percentuali.

Tutti i titoli del Dow Jones tranne uno (Johnson & Johnson) hanno chiuso in rosso. I maggiori ribassi (superiori al 3%) sono stati segnati da General Motors (GM), Alcoa (AA), Caterpillar (CAT) e Honeywell (HON).

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, il petrolio ha continuato a spingersi al rialzo. I futures con consegna ottobre hanno chiuso con un progresso di 40 centesimi a quota $76.70 al barile. La performance settimanale e’ pari a +3.6%.

Sul valutario, l’euro e’ schizzato rispetto al dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3769. In forte progresso l’oro, spinto dalla corsa degli investitori verso i beni rifugio: i futures con consegna dicembre sono avanzati di $5.10 a $709.70 all’oncia. In forte rialzo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.368%, livello che non si vedeva dal gennaio 2006.