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Wall Street: orsi al comando, Dow a 9850 sui minimi del 2010

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Un’altra partenza in rosso per i listini azionari americani, che cade vittima di un selloff indiscriminato. In avvio il Dow cede il 2.53% a 9811.96 punti, il Nasdaq il 2.73% a quota 2153.02, mentre l’S&P 500 il 2.65% in area 1045.19.

Il Dow Jones ha chiuso sotto quota 10000 il 10 febbraio, ma il gruppo delle blue chip ha aperto ben al di sotto di tale soglia. Quanto all’S&P 500, le contrattazioni si aprono in prossimita’ dei minimi del 2010, con gli investitori che all’azionario prediligono gli asset piu’ sicuri come il dollaro, che e’ in rialzo dell’1.3% vicino ai massimi di 52 settimane contro le principali valute concorrenti.

Anche i Treasuries guadagnano terreno, tanto che il rendimento sul decennale e’ sceso sui minimi plurimensili intorno al 3.11%. Nel frattempo il rendimento del bund tedesco, benchmark dell’area euro, e’ sceso sui livelli piu’ bassi di 30 anni, a quota 2.58%.

A livello settoriale, particolarmente prese di mira le banche, con il fondo comune sul settore SPDR Financial (XLF) che cede il 3%, rispecchiando il calo accusato dal comparto sul paniere allargato.

I problemi fiscali della zona euro persistono e anzi si sono intensificati dopo che quattro banche spagnole hanno deciso di unire le forze nel tentativo di rafforzare il sistema finanziario. Inoltre le tensioni geopolitiche sono sempre piu’ alte in Asia. Le notizie che la Sudcorea ha accusato la Corea del Nord di aver affondato una sua nave sono iniziate a circolare ieri.

Di conseguenza la tendenza a riempirsi i portafogli di asset sicuri si sta intensificando questa mattina e i listini hanno aperto sotto i minimi di ieri (1055 punti per il paniere allargato) e in prossimita’ dei minimi del 2010 toccati in febbraio a quota 1044.

La debolezza odierna e’ dovuta ancora una volta alla paura di un contagio dei problemi del debito sovrano dei PIIGS, dopo che quattro banche spagnole hanno deciso di unire le loro forze per rinsaldare il sistema finanziario di Madrid, con i timori circa la solvibilita’ dei debiti che aumentano. Le quattro casse richiedenti in questo modo rappresenterebbero attivi totali per circa 135 miliardi di euro, pari al quinto gruppo bancario del paese.

Le notizie hanno fatto sorgere nuovi dubbi sulle dimensioni dei problemi spagnoli, all’indomani della decisione della Banca Centrale nazionale di assumere il controllo della banca regionale Cajasur. Il commissariamento dell’istituto e’ una delle principali ragioni per cui ieri le Borse hanno rallentato il passo.

Di fatto, al centro dell’attenzione sono sempre le preoccupazioni sulla solidita’ del sistema finanziario europeo in generale: tali timori sono stati scontati immediatamente dall’euro, che e’ arrivato a toccare poco fa anche il minimo in quasi nove anni contro lo yen. La moneta europea ha sfondato al ribasso quota $1.22 nei confronti del dollaro.

L’ondata di ribassi che sta investendo l’intero mercato azionario in Europa, dopo che anche Tokyo ha chiuso in ribasso -3.0%, non sembra dunque voler risparmiare i listini d’Oltreoceano. Le vendite sono iniziate già in Asia, con la borsa di Tokyo che e’ scivolata sotto la soglia dei 9.500 punti dell’indice Nikkei per la prima volta in sei mesi.

La volatilita’ e’ un altro effetto naturale del crescente nervosismo che circonda i mercati. Una dimostrazione di tale tesi la da’ l’andamento dell’indice VIX. Se da un lato il VIX ha leggermente rallentato il passo ieri, la debolezza dei listini sta spingere nuovamente al rialzo la volatilita’ in avvio di seduta.

Nel frattempo la Germania sta valutando l’introduzione di un divieto sulle vendite allo scoperto che potrebbe riguardare tutte le azioni, compresi i derivati relativi. E’ quanto emerge da una bozza di documento del ministero delle Finanze. Il divieto coprirebbe anche derivati sull’euro non
utilizzati per copertura, sempre secondo il documento.

Sul fronte macro, l’ultima carrellata di dati difficilmente fara’ molto per invertire la tendenza. L’indice dei prezzi immobiliari S&P/Case-Shiller, pubblicato mezz’ora prima dell’apertura, ha raggiunto quota 143.4 in marzo, in lieve calo dai 144.1 del mese precedente. I prezzi sono pero’ cresciuti su 10 centri urbani su 20. Alle 16:00 sara’ la volta della fiducia dei consumatori di maggio e dei prezzi delle abitazioni a cura della FHFA.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio continuano a flettere. I futures con consegna luglio segnano un calo di $2.47 attestandosi a quota $67.74 al barile (-3.52%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2208 (-1.3%), in prossimita’ dei minimi di quattro anni. L’oro cede $1 attestandosi a $1193. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.11% dal 3.231% di ieri.