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Wall Street non brinda ad accordo deficit e Volcker Rule

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NEW YORK (WSI) – Chi si aspettava una seduta di Borsa euforica dopo l’accordo stretto al Congresso sul budget fiscale sarà rimasto deluso. È infatti poco variato l’azionario americano. Da segnalare che l’indice S&P 500 ha registrato un rally +26% quest’anno e si appresta a terminare il 2013 con il guadagno su base annua più sostenuto dal 1998.

Il listino cercherà oggi di confermare gli ultimi record toccati dopo che Camera e Senato hanno deciso di imprimere una svolta e di lanciare un segnale ai cittadini Usa stanchi della situazione di stallo politico e delle sue conseguenze sull’economia reale. Il piano di bilancio prevede l’imposizione di 63 miliardi di tagli alle spese pubbliche e la riduzione di 22 miliardi del deficit. Noccioline se paragonate ai 17 mila miliardi di debito.

Il Financial Times riconosce che l’accordo è solo l’inizio di una lunga strada che porterà le autorità americane a dover fare i conti con i problemi del debito. Detto questo, l’intesa ha messo la parola fine a una crisi durata tre anni, e che evita il rischio di un altro shutdown del governo federale, dopo quello dello scorso ottobre. L’accordo non accontenta nessuno, né Conservatori né Progressiti, ma è un inizio. E anche se al Tea Party non piace, gioverà all’economia. Il Pil è visto salire dello 0,3% in più grazie alle misure nel 2014, secondo le stime degli economisti.

Cinque anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria scatenata dal caos dei mutui subprime cartolarizzati in strumenti derivati, l’amministrazione statunitense ha approvato la Volcker Rule vigente ai tempi in cui era Presidente l’ultimo Democratico in carica, Bill Clinton. La misura è volta a limitare le attività speculative delle banche commerciali, separando la divisione di trading da quella retail.

Tra i titoli bene Mastercard, fino a +3,6% dopo che il cda ha approvato la proposta di un aumento dei dividendi dell’83% e uno split azionario di 10-1.

Cisco osservata speciale dopo che Citigroup ha avviato la copertura con un rating “sell”.

Sul valutario, euro sotto i riflettori, si avvicina alla soglia di $1,38, confermandosi sempre più una minaccia per le esportazioni europee. La moneta unica al momento +0,23% a $1,3790; dollaro/yen -0,16% a JPY 102,66; euro/franco svizzero +0,03% a CHF 1,2215. Euro/yen +0,06% a JPY 141,56.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,19% a 98,37; oro -0,06% a 1.259,30. Quanto ai Treasuries, i rendimenti decennali si attestano al 2,75%.