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Wall Street: le perdite si fanno piu’ pesanti sul finale

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Chiusura in rosso per il mercato azionario e in particolare per il Nasdaq. Seduta no che non intacca comunque la bella prova degli ultimi mesi che ha permesso ai listini di guadagnare circa l’8% in due mesi. Il Dow scende dai massimi di due anni e mezzo toccati ieri, ma di poco (-0,11% a 11.825,07), mentre il paniere composito lascia sul campo l’1,46% a quota 2.725,36. Per l’S&P 500 calo dell’1,01% in area 1.281,93.

La volatilita’ e’ salita del 3%, con gli investitori impegnati a digerire una sfilza di risultati fiscali delle banche, constrastanti, tra cui Goldman Sachs, nonche’ nuovi dati macro. Tuttavia la volatilita’ rimane su livelli abbastanza bassi (17 punti) che dovrebbero scongiurare cali pesanti sul breve termine per Wall Street.

A compromettere ulteriormente la prova del settore dei tecnologici ci ha pensato il passaggio in rosso delle azioni Apple nel pomeriggio. E pensare che in avvio di seduta i buoni risultati di buoni risultati del gruppo di Cupertino e quelli di Ibm avevano dato una mano al comparto. Le cifre suggeriscono che nel mercato dei prodotti hi-tech si registrera’ una ripresa delle spese aziendali.

L’indice di volatilita’ VIX, considerata misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ salito sopra quota 16. A livello settoriale, materiali di base e beni al consumo discrezioniale perdono terreno. In lieve calo i finanziari, con banche e broker che nel complesso hanno riportato risultati a luci e ombre.

Goldman Sachs ha registrato un calo dei profitti del 52% a $2,39 miliardi, in linea con le stime, mentre il fatturato ha deluso. Sempre restando all’interno del comparto finanziario, Northern Trust ha chiuso il trimestre con un fatturato non troppo convincente, mentre Wells Fargo, US Bancorp, State Street e Bank of New York hanno tutte battuto le attese sul fronte dei ricavi. Nel complesso gli utili pero’ non hanno soddisfatto in pieno. In fondo al Dow chiudono i titoli di Bank of America (-4%) e American Express (-2,7%), mentre IBM ha guadagnato oltre il 3%.

Anche oggi i riflettori erano puntati sui titoli Apple, al centro delle attenzioni dopo i conti trimestrali positivi ma sopratutto dopo che l’AD e fondatore Steve Jobs ha annunciato di essersi preso un nuovo congedo per malattia. Apple ha chiuso il primo trimestre con un risultato di $6 miliardi, ovvero $6,43 per azione, che si confronta con un utile netto di $3,38 miliardi dell’anno prima. Il fatturato e’ cresciuto oltre il 70% a quota $26,74 miliardi, grazie in particolare alle vendite di iPhone e iPad.

In ambito macro, in dicembre i nuovi cantieri edili sono scesi ai minimi di oltre un anno, ma le licenze di costruzione hanno evidenziato una bella ripresa, migliore delle attese in dicembre. Il 2010 si e’ chiuso intanto come il peggiore anno della storia per il business delle costruzioni. Create 587.600 case, appena sopra i minimi storici di 554.000 visti nel 2009.

In Europa l’attenzione si e’ invece concentrata ancora una volta sui PIIGS dopo che l’asta di titoli portoghesi a un anno ha riscontrato una buona domanda: raccolti 750 milioni di euro con tassi di interesse piu’ bassi.

Sugli altri mercati, si distinguono in positivo le materie prime, cosi’ come l’euro, che si e’ portato sopra la soglia di $1,35 contro il dollaro. Valuta quest’ultima che paga le strette monetarie annunciate in Brasile, India e Cina (si parla di un rialzo dei tassi anche in Europa e Regno Unito, per contrastare l’inflazione), cosi’ da renderla una delle monete piu’ economiche al momento. Per il Dollar Index si tratta della settima seduta in ribasso nelle ultime otto.

Nel comparto energetico, futures sul petrolio con consegna febbraio del petrolio hanno lasciato sul campo lo 0,5% a $90,86 il barile. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro sale dello 0,2% a $1.370,20 l’oncia. Sul fronte valutario, nel tardo pomeriggio americano l’euro sale dello 0,6% a quota $1,3467 dopo aver toccato i massimi da fine novembre in area $1,3538. Quanto ai Treasury, i prezzi hanno guadagnato terreno, con il rendimento del decennale che si e’ attestato al 3,337% in flessione di 2,7 punti base rispetto al giorno prima.