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WALL STREET: INDICI DEBOLI ASPETTANDO GREENSPAN

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Nel primo pomeriggio il Dow e il Nasdaq sono in ribasso e attendono l’annuncio del FOMC, previsto per le 14:15 (le 20:15 ora italiana).

Il Dow Jones e’ trattenuto in territorio negativo da Disney (DIS – Nyse) dopo che Goldman Sachs ne ha abbassato il giudizio prevedendo un calo negli utili del 2002, e dal colosso petrolifero Exxon Mobil (XOM – Nyse) penalizzato dal ribasso del prezzo del greggio.

Il Nasdaq, fermo sulla parita’, non beneficia dei guadagni di Cisco Systems (CSCO) che ha riportato utili migliori delle attese, e di XO Communications (XOXO – Nasdaq).

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“Cisco e’ molto importante perche’ e’ un metro utile per misurare l’andamento del settore, e quando le cose cominciano a migliorare gli investitori potranno pensare a un’imminente ripresa negli ordini”, ha precisato John Cabell, co-manager di USAA Aggressive Growth Fund.

“Le notizie sono contrastate e di conseguenza anche i mercati – ha dichiarato Richard Sichel, chief investment officer per la societa’ d’affari Philadelphia Trust Co. – abbiamo avuto buoni risultati da parte di Cisco, ma gli investitori hanno assunto un atteggiamento di attesa e osservazione aspettando la Fed. Un taglio di 50 punti base sarebbe preferibile a uno di 25 e gli investitori temono di restare delusi”.

“Nessuno vuole prendere una posizione prima dell’annuncio della banca centrale”, ha confermato Joe Demarco, di HSBC Asset Management.

Grande attesa e prudenza dunque sui mercati per la manovra della banca centrale americana, che potrebbe annuciare il decimo taglio ai tassi d’interesse dall’inizio dell’anno.

Opinione comune e’ che il banchiere Alan Greenspan ridurra’ ancora i tassi di interesse di mezzo punto percentuale portandoli al 2% per cercare di dare una mano all’economia americana in difficolta’.

Tale ipotesi e’ avvalorata dagli sconfortanti dati economici della scorsa settimana, quando il tasso di disoccupazione di ottobre ha segnato un aumento, attestandosi al 5,4%.

“La Fed agisce in modo piu’ aggressivo ogni volta che questo indicatore sale. Secondo le nostre previsioni i tassi scenderanno all’1% entro la prossima primavera” ha dichiarato Jonathan Basile, economista di Credit Suisse First Boston.

Un sondaggio Dow Jones/CNBC su 24 primary dealer (*) riporta che 14 si aspettano un taglio dei tassi da parte della Fed di 50 punti base
portandoli in questo modo al 2% dall’attuale 2,5%.
Ricordiamo, al proprosito che e’ dal 1961 che I tassi USA non raggiungono un livello del 2,0%.

Gli altri 10 primary dealer ipotizzano una riduzione piu’ cauta di 1/4 di punto percentuale, in quanto ritengono che la Federal Reserve dovrebbe essere meno aggressiva, dato che la politica monetaria e’ stata gia’ fortemente espansiva.

A supportare tale previsione Marc Chandler, analista sui cambi esteri per HSBC, che pensa che la Fed cerchera’ di trattenersi dall’operare forti riduzioni, visto che i tassi sono gia’ al 2,5%, molto vicini all’1,5%, il livello che dovrebbe segnalare il fondo e la fine del ciclo, considerando quanto accaduto nelle precedenti recessioni.

Secondo Chandler, un taglio di 50 punti base allo stato attuale lascerebbe poco spazio alla Fed nei mesi futuri.

Occhi puntati anche su Microsoft (MSFT -Nasdaq). Per il gigante dei software i problemi giudiziari non sono ancora terminati, nonostante l’accordo raggiunto con il dipartimento di giustizia Usa.

Alle 13:00 (le 19:00 ora italiana) i procuratori generali dei 18 stati Usa che hanno intentato causa contro il colosso di Bill Gates si riuniranno in udienza per decidere se ratificare o meno la decisione che porrebbe fine ai problemi giudiziari di Microsoft.

In calo i titoli petroliferi, guidati da Exxon Mobil e Royal Dutch Petroleum Co. (RD – Nyse).

(*) I primary dealer, ovvero operatori primari, sono un numero limitato di banche o societa’ d’investimento che hanno la responsabilita’ di fornire liquidita’ al mercato dei titoli di stato. Sul mercato americano, i primary dealer hanno la possibilita’ di effettuare operazioni di compravendita diretta di titoli di stato con la Federal Reserve Bank di New York.

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