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WALL STREET: INDICI CHIUDONO CON UN LIEVE RIBASSO

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Alla fine della seduta i principali indici americani hanno chiuso in territorio negativo.

Il Dow Jones ha ceduto lo 0,11% a 9837, lo S&P500 e’ assolutamente invariato con -0,01% a quota 1058 e il Nasdaq arretra dello 0,29% a 1967

Il debole andamento dei listini e’ stato condizionato in particolare dalla trimestrale deludente di Wal-Mart, la prima societa’ retail al mondo, e dai dati macro-economici poco brillanti pubblicati in mattinata.

I sell su Wal-Mart, un benchmark per tutto il comparto del largo consumo, sono stati dovuti al fatto che nel terzo trimestre la societa’ ha realizzato EPS di $0,46, 1 centesimo al di sotto delle attese; il gigante reatail ha inoltre fornito previsioni poco incoraggianti sul trimestre in corso. Il fatturato e’ cresciuto del 13,1% a $62,48 miliardi, contro i $62,21 miliardi stimati dagli analisti.

Oltre a Wal-Mart, che ha registrato la maggiore perdita tra le 30 azioni dell’indice DJIA, hanno dovute far fronte a consistenti flussi di ordini sell anche i tecnologici Hewlett-Packard, Microsoft e Intel.

Male anche altri settori delle vendite al dettaglio, tra cui Tiffany, che ha ceduto il 7,1% dopo avere riportato utili in calo del 20% nel terzo trimestre e Target. Per quest’ultima – tra i leader nel settore dei grandi magazzini discount – i profitti del quarto trimestre potrebbero risultare al di sotto delle attese degli analisti.

Il ribasso del settore tecnologico ha coinvolto il settore dei semiconduttori, nonostante le previsioni molto incoraggianti annunciate mercoledi’ da Applied Materials, che oggi ha lasciato sul terreno il 2,7%. Nel comparto telecom Verizon Communications è regredito dell’1,6% dopo aver annunciato di attendersi oneri significativi per il quarto trimestre.

Nello stesso settore vendite pesanti anche su Level 3Communications, che è scesa del 6,5% in seguito alla scelta della la società di investimenti Berkshire Hathaway (leggi Warren Buffett) di ridurre la sua quota di partecipazione nel gruppo telecom.

Le notizie dal fronte macro non sono state in grado di fornire il necessario sostegno richiesto da chi sul mercato detiene posizioni long. Le domande di nuovi sussidi di disoccupazione la settimana scorsa sono cresciute di 13.000 unita’ a quota 366,000.

Sul versante dei prezzi, le pressioni inflazionistiche continuano ad essere tenui, come emerge dai dati su prezzi import/export di ottobre, e il deficit della bilancia commerciale degli Stati Uniti a settembre si e’ ulteriormente ampliato, salendo a $41,27 miliardi dai $39,52 miliardi di agosto.