Società

WALL STREET: INDICI AI MINIMI DI UN ANNO E MEZZO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Ancora una seduta nel segno della volatilita’ a New York. Gli indici azionari si sono sono mossi in un trading range superiore ai due punti percentuali, capaci di recuperare dopo il debole avvio, riprendere la strada dei ribassi e sul finale rimbalzare dai minimi. Il Dow Jones, scivolato al di sotto della soglia dei 12000 punti, ha perso l’1.22% a 11893, l’S&P500 lo 0.84% a 1293, il Nasdaq lo 0.36% a 2212. Non fosse stato per il weekend probabilmente si sarebbe potuto assistere ad un sell-off di maggiori dimensioni a causa delle pessime notizie giunte dal fronte macro che hanno confermato l’ingresso dell’economia americana in recessione.

A fare da volano alle vendite e’ stato il pessimo dato sull’occupazione del mese di febbraio che ha evidenziato la perdita di 63 mila posti di lavoro, sorprendendo gli analisti che invece avevano stimato la creazione di 25 mila posti. Si tratta del secondo calo consecutivo, il dato di gennaio e’ stato rivisto al ribasso da -17 mila unita’ a -22 mila. Erano quasi cinque anni che non si vedeva una contrazione cosi’ grave.

“Si tratta senza dubbio di brutte notizie. La situazione potrebbe aggravarsi qualora si materializzasse un brusco rallentamento della spesa dei consumatori: a quel punto la situazione sarebbe allarmante” ha affermato Ed Peters, capo degli investimenti di PanAgora Asset Management di Boston.

Dubbi sui numeri degli economisti erano stati gia’ sollevati dal calo di occupati nel settore privato, comunicato nei giorni scorsi. E’ un chiaro segnale di come la crisi del credito e la debolezza del mercato immobiliare abbiano iniziato a produrre effetti negativi su vasta scala anche sull’economia reale, spingendo di fatto gli Stati Unitti in una fase di recessione.

Mercato ricco di insidie ma anche di opportunita’. E con news gratis, non vai da nessuna parte. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER

I futures sui fed funds danno ormai per scontato un taglio di 75 punti base nel meeting della Banca Centrale il prossimo 18 marzo, addirittura si e’ iniziata a prezzare (20-25%) anche la possibilita’ di un taglio pari ad un punto percentuale netto, il che porterebbe il costo del denaro dal 3% attuale al 2%.

Il calo dei listini e’ avvenuto nonostante la comunicazione della Federal Reserve sull’incremento dei fondi da destinare alle istituzioni finanziarie nelle aste per garantire la liquidita’. Il fatto aveva offerto inizialmente un relativo sollievo al gruppo delle societa’ finanziarie, ma l’allarme di Thornburg Mortgage (TMA) sulla perdita di $427 milioni ha risvegliato i timori sul “credit crunch”. Forti pressioni si sono notate su Washington Mutual (WM), in calo di oltre il 9% in seguito alla diffusione di un rapporto sull’incremento di capitale e Countrywide Financial (CFC).

Tra i titoli del Dow Jones, in forte calo il gigante dell’alluminio Alcoa (AA) sulla scia del taglio del rating da parte degli analisti di Friedman Billings che hanno citato alcune preoccupazioni su un possibile calo dei prezzi delle commodities. In rosso anche il colosso aerospaziale Boeing (BA) sulle voci di un probabile slittamento della fornitura dei nuovi modelli 787 Dreamliner. Vendite evidenti anche sul colosso bancario Citigroup (C).

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, nuovo record intraday del petrolio di $106.54. I futures con consegna aprile hanno poi ritracciato chiudendo in calo di $0.32 a $105.15 al barile. Sul valutario, l’euro si spinge ad nuovo massimo assoluto nei confronti del dollaro di $1.5461 ma poi fa dietrofront. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5350. L’oro e’ arretrato di $2.90 a $974.20 all’oncia. In forte recupero i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.5410% dal 3.6220% di giovedi’.

parla di questo articolo nel Forum di WSI