Società

Wall Street incerta tra conti e Fed: Dow al test degli 11000

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Partenza incerta per l’azionario americano in una seduta caratterizzata da una sfilza di risultati societari e dalle attese per le prossime mosse di quantitative easing della Federal Reserve. Dopo aver tentato di guadagnare terreno, gli indici hanno perso un po’ di smalto: il Dow resiste sopra quota 11 mila punti, grazie a un progresso dello 0.04%, il Nasdaq arretra invece dello 0.12% a 2465.93 punti e l’S&P 500 lascia sul campo lo 0.05% a 1175.03.

L’indice della Volatilita’, generalmente considerata una misura attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ in rialzo di 1.58 punti a quota 20.61.
Tra le blue chip, scivolano Alco e Home Depot, mentre si mettono in evidenza JP Morgan e Verizon.

Sinora a dettare i tempi e’ stato l’andamento del biglietto verde. I listini sono stati favoriti dal graduale indebolimento della divisa. Il dollaro era positivo sulle speculazioni circa l’approccio graduale che la Federal Reserve si prevede tenga nel varare misure di allentamento monetario per un eventuale rilancio economico, il che ha compromesso un po’ la domanda per gli asset ad alto rendimento.

Il presidente della Fed di Dallas Fisher intanto ha precisato che la banca centrale non puo’ da sola rilanciare l’economia e che ha bisogno che anche le politiche fiscali vadano in questa direzione.

Gli investitori sono in ansia per una nuova sfilza di conti societari, con centinaia di societa’ che riporteranno i risultati fiscali in settimana. Sono in alcuni rari casi le aziende di Wall Street hanno deluso le aspettative fino a questo momento. Ma la voglia del mercato di estendere il rally per effetto dei profitti migliori del previsto si sta man mano affievolendo.

Nel frattempo, spiegano gli analisti di borsa, le prospettive di una nuova serie di misure di allentamento monetario, che hanno alimentato il buon andamento dei mercati azionari nelle ultime sedute, viene sempre piu’ vista come una cura antidolorofica, piuttosto che un metodo di guarigione dei problemi dell’economia.

In ambito macro, la produzione industriale ha accusato una battuta d’arresto dopo 14 mesi in rialzo. Sul fronte trimestrale, le due big che riporteranno i conti a mercati chiusi sono IBM e Apple. La banca Citigroup ha chiuso il trimestre con un utile di $0.07 per azione, di 1 centesimo meglio del previsto. Il fatturato ha in parte deluso: cresciuto del 5.7% anno su anno a quota $20.74 miliardi conto i 21.15 miliardi del consensus. I profitti netti sono in calo a $529 milioni, ovvero del 20%, rispetto al trimestre precedente. I ricavi sono stati trascinati principalmente dalle divisioni Local Consumer Lending e Securities and Banking. I titoli avanzano del 2% circa.

La societa’ di Cupertino dovrebbe essere riuscita a raddoppiare, come minimo, il suo utile netto rispetto al trimestre scorso. I profitti dovrebbero attestarsi a $4.09 per titolo, spinti dalla domanda di iPhone e iPad. L’EPS di Big Blue e’ visto a $2.76 per azione.

Anche se il punto cruciale restano le trimestrali, i riflettori sono puntati anche su qualche operazione di M&A: Northeast Utilities e NSTAR hanno raggiunto un accordo di fusione da $17.5 miliardi. Attivita’ anche nel settore medico, con AGA Medical che verra’ comprata da STJ per $20.80 per titolo in contanti e azioni. L’operazione rappresenta un premio del 41% rispetto alla chiusura di venerdi’ e giunge circa un anno dopo l’approdo in borsa di AGAM.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, i futures sul petrolio con consegna novembre reagiscono e segnano un +0.44% a quota $81.61 il barile. Il derivato con scadenza dicembre dell’oro perde lo -0.44% a $1366 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro cede lo 0.3% a quota $1.3936. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale registra un ribasso di 5.2 punti base attestandosi al 2.5240%.